Society
di Mattia Nesto 16 Giugno 2017

A Dublino c’è un bar dove ti puoi fare i cocktail da solo, portandoti l’alcol da casa

Il risultato, il più delle volte, è un’insieme di orridi beveroni che non daresti neanche al tuo peggior nemico

 

Quante volte è capitato di dire “Ma sì una birretta e poi a casa: questa sera non voglio fare tardi” per poi finire spiaggiato e annichilito in qualche bar alle ore più improbabili della notte e/o del mattino? Se è successo allora il Drop Dead Twice è il locale su misura per voi. Già perché questo bar di Dublino, una delle città che in fatto di gradazione alcolica e pub ne sa di più al mondo, ha una caratteristica molto speciale: l’alcol lo porti tu da casa e sei sempre tu a fare i cocktail.  Se state già toccando il cielo con un dito (o il baratro con il vostro fegato) continuate a leggere per capire come sia una serata tipo nel locale irlandese.

 

 

Per partecipare ad una serata bisogna innanzi tutto scegliere  lo slot che si vuole avere a disposizione: c’è quello da 25 €  che ti dà il diritto ad usufruire del bar per due ore e quello da 30 € per tre ore (già il fatto che per un’ora in più ci siano solo cinque euro di differenza la dice lunga sulla filosofia del posto). Portando l’alcol da casa e dopo aver pagato la cifra pattuita diventi il vero e proprio padrone del pub. Ed ecco allora che, leggendo le testimonianze su internet, le peggiori fantasie dell’essere umano prendono corpo, anzi liquido.

 

 

 

C’è ad esempio un tizio che è solito frequentare il Drop Dead Twice dopo il lavoro e racconta di come i propri colleghi siano “espertissimi arrangiatori di gin e whisky della casa” oppure c’è una ragazza che si dice “la più grande amante della frutta tropicale mischiata a birra scura doppio malto e assenzio di Dublino”: c’è da chiedersi cosa diranno i loro dottori dopo qualche anno di frequentazione del pub. Tuttavia non si è completamente in balia di se stessi, dato che praticamente per ogni tavolo c’è un barista che ha la funzione di suggerire il migliore abbinamento con quello che si ha disposizione: insomma una specie di Caronte 2.0 che ci traghetterà dalla sobrietà più assoluta ai vertici dei fumi dell’alcol.

 

https://www.instagram.com/p/BSD1LxhBWQQ/?taken-by=dropdead_twice

 

Però molte delle immagini che i clienti postano sui social non lasciano molte speranze, con orridi beveroni dai colori quantomeno inquietanti, ricolmi di schiume, probabilmente di origine chimica, che non paiono così invitanti per una sana bevuta. Qualche tempo fa avevamo indagato gli scheletri dell’armadio dei cocktail anni Novanta più micidiali (in questo articolo) ma a confronti di questi un angelo azzurro o un cervelletto di scimmia paiono poco più che delle orzate.

 

https://www.instagram.com/p/BUt_QMnhaO0/?taken-by=dropdead_twice

 

Comunque vadano le cose e fidandosi del barista di turno, i risultati possono essere eccellenti: vera e propria specialità della casa è infatti un long drink frizzante composto da crema di cassis abbinata al  Martini dry. Vista la mole alcolica, il Drop Dead Twice si è attrezzato nel corso degli anni per dare la possibilità ai propri clienti di buttare giù qualche boccone come nelle famose/famigerate serate latino-americane a base di grigliate, tapas e, ovviamente, rum y tequila a profusione.

 

 

Insomma a conti fatti il pub dublinese merita più di una visita ma con moderazione. Anche se il Drop Dead Twice ha una grave pecca: le selezioni di playlist musicali. Infatti più di un ospite, evidentemente abituato all’alta qualità musicale dei pub di Dublino, proprio non sopporta che nel locale venga trasmessa la classica robaccia latinoamericana inframmezzata da drammatiche incursioni nel pop europeo, con una predilezione, nessuno sa bene perché, per le canzoni belghe vincitrici dell’Eurofestival. Chissà che i gestori del Drop Dead Twice non possano inserire, oltre alla condivisione del bar, anche la condivisione del loro personale Spotify?

 

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