salesianos.org.py - Don Bosco Go
La mania dei Pokémon Go ha sconvolto mezzo mondo e la chiesa non poteva certo stare a guardare. Come rispondere? Con Don Bosco Go, un gioco che – secondo la stessa logica dei Pokémon Go – spinge i bambini a cercare più santi possibili per poi farli interagire tra di loro. Al posto di andare a caccia di Pikachu, di Meowth e simili, i ragazzi dovranno trovare Maria Ausiliatrice, Domenico Savio e Zeferino Namuncurà e molti altri santi.
L’idea è venuta a David Brandán, il coordinatore dell’istituto salesiano Maria Ausiliatrice di Bernal, in Argentina, per festeggiare i 201 anni della nascita di Don Bosco, fondatore dei salesiani. Brandán aveva notato l’entusiasmo dei più piccoli verso il nuovo gioco basato sulla realtà aumentata, constatando come i bambini passassero tutto il tempo dell’intervallo a giocare con i cellulari in cortile. Per questo ha organizzato una “pokeparada” lo scorso il 17 agosto in occasione del compleanno di Don Bosco.
diariopopular.com - Don Bosco Go
Le risorse del collegio non erano certo le stesse della Nintendo e non è stato possibile creare una vera e propria app ma si è risolto con una caccia al tesoro all’interno del cortile dell’istituto e nella cappella presente all’interno della struttura.
“Sono stati coinvolti tutti i 215 alunni in squadre miste al fine di promuovere una maggiore integrazione tra tutti i ragazzi” – ha detto Brandán al sito argentino Diariopopular – “Questo è il valore che vogliamo insegnargli”.
infoans.org - La festa a fine giornata
Mai ve lo steste domandando, no, una volta trovati tutti i santi questi non hanno combattuto tra di loro. “Gli studenti prima devono ottenere i loro ‘Pokeball’, tutti quelli che possono cacciare all’interno dei locali della scuola” – conclude Brandán – “ma non devono farli combattere tra loro, si sfidano a rispondere alle 100 domande di Don Bosco”.
L’esperienza è stata poi ripetuta anche in altri istituti salesiani in Brasile e in Uruguay e non è escluso che si crei un’app per giocare a Don Bosco Go direttamente con il cellulare.
FONTE | diariopopular.com.ar