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di Elisabetta Limone 11 Settembre 2020

Corrispettivi telematici: come, entro quando e perché emetterli ed inviarli

I corrispettivi telematici sono tra le novità fiscali introdotte insieme alla fatturazione elettronica.

I corrispettivi telematici sono tra le novità fiscali introdotte dall’Esecutivo, assieme alla fatturazione elettronica, negli ultimi anni. Nati con lo scopo di contrastare la piaga dell’evasione fiscale, sono entrati piano piano nel quotidiano di contribuenti ed esercenti. Per facilitarne la compilazione, l’emissione e l’invio al Fisco, AdE ha messo a disposizione diversi sistemi (gratuiti o meno) a disposizione di tutti per assolvere agli obblighi fiscali. Oltre ai canonici canali con i quali è possibile l’invio dei corrispettivi, negli ultimi mesi è stato poi messo a punto un sistema innovativo che consente l’invio dello scontrino elettronico senza registratore fiscale telematico. Ma andiamo per gradi.

Corrispettivi telematici: contenuto e funzione

Al pari dei precedenti scontrini cartacei, quelli elettronici devono contenere l’elenco di tutti i dati necessari ad identificare la transazione eseguita e il soggetto emittente. Nello scontrino elettronico ritroveremo quindi:

  • Denominazione o ragione sociale dell’emittente
  • Partita Iva
  • Dati contabili
  • Corrispettivi parziali
  • Sconti e rettifiche eventuali
  • Subtotali
  • Totale dovuto – con indicazione precisa di “totale” ad indicarla
  • Data ed ora di emissione
  • Numero progressivo
  • Numero di matricola dell’apparecchio
  • Logotipo fiscale

Sempre come accadeva per l’antenato cartaceo, lo scontrino digitale dovrà essere emesso nel momento stesso in cui avviene il pagamento del bene/servizio oggetto della transazione.

Infine rimane immutata anche lo scopo intrinseco dell’emissione stessa. I corrispettivi telematico, come gli scontrini cartacei, sono documenti emessi dagli esercenti per attestare una spesa o un consumo effettuato.

Corrispettivi telematici: come inviarli correttamente

Ci sono tre diversi modi per inviare i corrispettivi telematici. Il primo è quello gratuito messo a disposizione direttamente da Agenzia delle Entrate. Si tratta del portale Fatture e Corrispettivi. L’accesso al portale è possibile effettuarlo direttamente dalla home del sito utilizzando le credenziali SPID, oppure la CNS.

Una volta all’interno poi basta seguire le indicazioni del portale per comunicare quanto dovuto. Non si tratta di un’operazione particolarmente intuitiva o facile da eseguire, ma per lo meno è gratuita.

Il secondo modo invece è si più semplice, ma richiede un certo investimento. Ci riferiamo all’invio dei corrispettivi telematici tramite i registratori di cassa. Non semplici registratori, ma casse predisposte ad hoc per l’emissione, la conservazione e l’invio degli scontrini elettronici. Come detto chiunque può facilmente comprare un registratore di cassa telematico, ma la spesa da sostenere (sia che si tratti di un apparecchio nuovo, piuttosto che di uno vecchio riconvertito) non è da sottovalutare.

Infine, il terzo e ultimo metodo prevede l’utilizzo di una nuova piattaforma online che rimane sempre collegata ad Agenzia delle Entrate. Una volta compilato lo scontrino elettronico, la richiesta è inoltrata direttamente ad AdE. Questa risponde seduta stante rinviando al mittente il numero progressivo della transazione (univoco) e un documento pdf stampabile con stampante portatile bluetooth da consegnare al cliente.

Perché è importante mettersi in regola

Oltre a predisporre i mezzi con i quali adempiere agli obblighi fiscali, Agenzia delle Entrate e l’Esecutivo hanno anche previsto sanzioni amministrative piuttosto salate per chi non si regolarizza velocemente.

Queste sono previste nel caso di:

  • mancata memorizzazione
  • mancata omissione della trasmissione dei corrispettivi telematici
  • memorizzazione o trasmissione con dati incompleti o non veritieri

In termini pratici prevedono il pagamento pari al 100% dell’imposta corrispondente all’importo non documentato, con un minimo di € 500; oppure la sospensione della licenza/autorizzazione dell’attività commerciale da tre giorni ad un mese o da tre a sei mesi se l’importo non documentato supera la somma di € 50,000.

Ragion per cui è importante che ogni contribuente riesca quanto prima a mettersi in regola con gli obblighi fiscali, evitando così di incorrere in brutte sorprese.

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