Nel 1968 i bambini neri e quelli bianchi non si vedevano mai raffigurati insieme in classe, neanche nei fumetti popolari come i Peanuts di Charles Schulz. Il 4 aprile di quell’anno però qualcosa cambiò profondamente nelle coscienze di molti americani: il Reverendo Martin Luther King Jr. fu assassinato a Memphis mentre manifestava la sua solidarietà verso la comunità nera americana, segregata e spesso vittima di violenze. Era il più famoso attivista americano e si stava battendo per una società in cui non ci fossero differenze di colore della pelle, religione o classi sociali. Il suo omicidio gettò la comunità nera nella disperazione più totale.
Nei giorni successivi alla tragedia, la maestra di scuola elementare Harriet Glickman, di pelle bianca, scrisse a vari fumettisti tra cui anche a Schulz, per fare qualcosa contro la discriminazione razziale nei fumetti. Scrisse: “Dalla morte di Martin Luther King, mi sono chiesta che cosa posso fare per aiutare a cambiare quelle condizioni nella nostra società che hanno portato all’assassinio e che contribuiscono al vasto mare di incomprensioni, odio, paura e violenza.”
Sebbene molti fumettisti non risposero o glissarono pensando fosse troppo presto per affrontare tali temi, Schulz intrattenne delle conversazioni epistolari con la Glinkman, dichiarandosi affascinato dall’idea di poter aiutare la causa ma anche dubbioso dalla possibilità che la comunità nera percepisse un personaggio di colore come offensivo.
Le lettere continuarono e il 31 luglio 1968, Schulz disse alla Glinkman di controllare il suo giornale. C’era una striscia dei Peanuts in cui Linus incontra un suo nuovo compagno di scuola di pelle nera, Franklin Armstrong, figlio di un soldato in Vietnam. “Sono felice di conoscerti” dice Linus al suo nuovo compagno. Nessuna scena da operetta, solo una normale amicizia tra due bambini che sfocia nella richiesta di Linus di invitare Franklin a dormire da lui un giorno per continuare la conversazione.
Una vera e propria rivoluzione mediatica che fece la felicità della comunità nera ma fece anche preoccupare quella bianca. Molti giornali minacciarono di tagliare le strisce e molti fan del sud rimasero turbati dalle classi miste nel loro fumetto preferito.
Alla fine Franklin rimase come personaggio regolare della serie e al netto di tutte le polemiche, quello di Schulz è stato un gesto potentissimo che oggi, nel 50° della nascita di Franklin Armstrong, ci sentiamo di condividere per battere il razzismo sempre più pericoloso nella nostra società.