Amigos, oggi il casino non è tanto digitare, quanto scrivere con carta e penna. Non so voi come siete messi, ma io non ci riesco quasi più. Ho proprio perso la facoltà di imprimere segni che abbiano un senso compiuto anche per gli altri e che non siano la mia firma sui documenti, una roba inguardabile che sfiderei chiunque ad associare al mio nome. Sì perché ormai da anni faccio parte di quella schiera di persone che lavora 8 ore al giorno al computer e alle mie dita sono venuti gli addominali.
Poi ci sono anche gli smartphone. Tutti ne abbiamo uno e siamo ormai abituati a scrivere sui 1000 gruppi WhatsApp ai quali ci hanno aggiunti. Ormai voliamo sulla tastierina touch, tanto da fare invidia ai corsi di stenografia che si tenevano negli anni ’70.
Ci sono però vari tipi di digitatore seriale e non tutti sanno reggere il ritmo. Vediamo a quale appartieni:
Quello che usa tutte le dita tipo pianista impazzito
Non conosce soste. Le sue mani vanno da sole, tipo il primo film di Matrix e riesce a scrivere una pagina al minuto senza errori di battitura. Ogni dito ha il pilota automatico e se li guardi da vicino, sono 10 piccoli Bruce Lee pronti a colpire. Il digitatore folle ha dita particolarmente affusolate e riesce a scrivere con 10 dita anche sull’iPhone. Come faccia a reggere contemporaneamente anche il telefono, resta un mistero insondabile della fisica.
Quello che ne usa due e va velocissimo
Nel video qui sopra, uno dei più grandi fenomeni: Joe Sabia, che riesce a scrivere 119 parole al minuto con solo due dita. Così facendo, il povero Joe sarà vittima della sindrome del tennista, con i due indici che sembrano Arnold Schwarzenegger da giovane e gli altri 8 Danny De Vito. È il digitatore più comune, anche nell’accezione smartphone, in cui usa i due pollici con una velocità tale da crepare il vetro.
Quello che ne usa due ma sono troppo grosse e scrive parole senza senso, allora usa il correttore automatico
Eccomi. Dita cicciotte, ci provo da anni a velocizzarmi, ma nel farlo divento disgrafico e scrivo cose a caso. Per un po’ ho usato il correttore automatico sia sullo smartphone che su pc, poi mi sono reso conto che facevo più danno che altro, scrivendo messaggi e frasi che sembravano antiche supercazzole, per poi venire dileggiato dagli amici e minacciato sul lavoro.
Quello lento, che digita con un dito e deve cercare ogni lettera sulla tastiera
Di solito, è la sorte che tocca ai nativi analogici, cioè ai nostri genitori. Loro sì che sanno scrivere ancora con carta e penna, un po’ meno con la tastiera e allora avreste dovuto vedere mio padre nei 4 giorni che ha avuto Facebook: sembrava un bradipo coi dubbi esistenziali. Però la storia della nonnina che chiedeva per favore e grazie a Google ci riconcilia con l’umanità.
Quello che sul telefono usa solo i messaggi vocali:
Dopo il 5° messaggio vocale, scatta la domanda: “ma non potevate telefonarvi?”. E invece no, la cosa bella del messaggio vocale è la sua assoluta definitività, che non ammette repliche. Quante volte abbiamo sognato di poter trovare un’app di quelle serie, che trasformi i nostri messaggi vocali in testo, comprensivi di punteggiatura adeguata, senza sforzo? E che magari possa dialogare con te con la voce di Scarlett Johansson? Ok, questa era solo una mia richiesta personale.