La strage di Parigi ti colpisce anche in modo indiretto. Su Facebook gira lo screenshot di un post datato 17 novembre con la foto di un uomo e il testo: “Lui è Abdlekader Mesbah, uno degli attentatori di Parigi. 1 Mi piace = 1 Pugno”. I like arrivano a quota 582. Non ci vuole molto per capire che quell’uomo è Simone Zaza, attaccante della nazionale italiana e della Juventus. E no, non è uno degli attentatori della capitale francese.
Per la cronaca, Mesbah non è neppure uno degli attentatori di Parigi. È semplicemente un nome a caso (e il cognome di un altro calciatore). Il post puzza di fake – o di meme – e ti viene subito da pensare che sia semplicemente un messaggio condito di humor nero di pessimo gusto. Tuttavia, almeno 582 persone hanno messo mi piace e l’effetto cassa di risonanza non si è fatto attendere.
L’account Twitter di Calciatori Ignoranti è stato tra i primi a riprendere la foto, il 18 novembre. I suoi follower conoscono il calcio e hanno capito subito che quello nella foto era Zaza. In giro per Facebook si trova un’altra versione della foto che smonta la bufala dell’attentato precisando che quello non è un terrorista, ma un attaccante della nazionale italiana. E invita a pensare prima di condividere.
L’immagine che smonta la bufala di Zaza fa addirittura pensare che sia stata creata durante gli attentati di gennaio alla redazione di Charlie Hebdo per rispondere allo stesso meme. Il calciatore è identificato come ‘attaccante del Sassuolo’, ruolo che ha ricoperto prima del passaggio alla Juventus nel luglio 2015. Potrebbe anche essere una semplice svista calcistica, ma il fatto è che smontare le bufale è un lavoro durissimo che spesso produce pochi risultati positivi.
Un esempio? Questa foto di una terrorista nella vasca da bagno responsabile degli attacchi di Parigi ha fatto il giro del mondo, finendo sulle prime pagine dei giornali. In realtà è una donna marocchina di 32 anni, Nabila Bakkatha. Una sua amica avrebbe venduto le foto ai giornalisti approfittando della somiglianza con la vera attentrice Hasna Aït Boulahcen.
Insomma, le bufale non girano solo su Facebook. In risposta al caso di Bakkatha, il blog di giornalismo Valigiablu ha diffuso una guida per la verifica di foto e video postati sui social. È una cassetta degli attrezzi digitale che raccoglie una serie di strumenti utilissimi per esaminare le informazioni virali nei minimi dettagli.
Ma come fai a contrastare i meme e le informazioni fasulle quando diventano una massa di luoghi comuni trasmessi in diretta TV? Per esempio, un servizio di La7 sulla periferia romana titolato “A Tor Pignattara comanda l’islam” – andato in onda una settimana dopo la strage di Parigi – sta diffondendo un’immagine distorta delle persone musulmane.
Purtroppo ci sono dei meccanismi psicologici che spingono alcune persone ad avere paura dei rifugiati e dei fedeli di religioni diverse dalla propria. Che si tratti di un meme su Facebook o di un servizio TV con la colonna sonora del Gladiatore, la cosa più importante da fare è trattenersi dal buttare benzina sul fuoco. Prima di condividere contate fino a diecimila.