Potessimo incontrare noi stessi a vent’anni, cosa avremmo da dirci? Questa rubrica Ivan Carozzi l’ha chiamata “lo sport estremo dell’autoanalisi” e come definizione ci piace moltissimo: “Avessi vent’anni” esce ogni venerdì. Qui ci sono tutte le puntate precedenti.
Vuoi tornare indietro nel tempo per dirti qualcosa? Perfetto, siamo qui per questo: scrivici a info@dailybest.it.
Ciao Guia, qui è il 2017 e stai per compiere 35 anni; hai i capelli blu, mischi la pasta senza alcun pudore e vorresti portare a casa qualsiasi cosa abbia la forma o il colore di un fenicottero ––ti sembra impossibile, vero?
Lo so che tu, lì, ora, non hai una grande considerazione dei trentenni, ma una cosa te la posso svelare: quando avrai raggiunto la loro età, capirai finalmente che è una questione generazionale e non anagrafica. Purtroppo, però, il terrore degli anni che passano non se ne andrà mai: l’inadeguatezza di fondo, il timore di essere troppo giovane o troppo vecchia rimarranno con te, ma, magari, parlandone ora, riusciamo ad alleviarli un po’. Almeno, proviamoci.
Ho un po’ di cose da dirti:
– La stai prendendo troppo alla larga. Abbandona quello che stai facendo e torna alla tua idea originaria. Lo farai comunque, ma ti ci vorranno dodici anni prima di capirlo, quindi magari stavolta risparmiamo tempo.
– Lascialo, prima che ti lasci lui l’anno prossimo, nel peggior momento possibile: non ne potete più entrambi e lo sapete, dai.
– Sì, hai ragione, è e sarà sempre Londra, anche dopo tutti i giri della vita. Non far passare nove anni prima di tornarci, vacci subito e rimani lì, che poi arriverà la Brexit proprio quando avrai deciso e sarà un casino.
– La felicità esiste. Vorrei tanto raccontarti come e quando lo scoprirai, ma spoilerare una cosa così bella sarebbe la peggiore cattiveria che potrei farti. Sappi, però, che sarà tale da farti ricordare per sempre il giorno, il luogo e persino la musica che avrà avuto in sottofondo. Ti verranno gli occhi lucidi ogni volta che ci penserai e cercherai di ritrovare quella sensazione in qualsiasi cosa farai. Un indizio, anzi due: non sto parlando di matrimoni o figli, ma di palme (no non quelle di Piazza Duomo, anche se ora questa frase ti sembrerà folle).
– Gli abiti di tre taglie più grandi con quei glutei e quegli addominali: no. Però i vestiti tienili che poi ti serviranno nonostante l’oversize sia passato di moda.
– Imparerai a lasciarti andare veramente nel novembre del 2010: non è un peccato aspettare ancora otto anni prima di accettare di mollare le redini e non tenere tutto sempre lucidamente sotto controllo?
– Non è vero che non vuoi più suonare, è che sei pigra. Poi dovrai fare il doppio dello sforzo per ricominciare, dopo dieci anni che non metti le mani su una tastiera, e le lacrime non saranno solo per la fatica.
– Sarà l’ultimo Natale tutti insieme: fai di tutto perché non possa essere dimenticato, ché poi sarai presa alla sprovvista e cercare di ricostruire i ricordi a posteriori fa ancora più male.
Soprattutto, non ascoltare, fai e sii quello che vuoi, sempre; tutte le scelte che hai fatto sono maturate dentro di te senza bisogno di conferme o rassicurazioni esterne: è l’unico, vero talento che hai.
Nelle puntate precedenti
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