Society
di Gabriele Ferraresi 27 Novembre 2015

Un giorno con Andrea Diprè: viaggio nel cuore nero dell’Internet

Abbiamo trascorso con Andrea Dipré il giorno del suo compleanno

Andrea Diprè in mutande - foto: Gabriele Ferraresi  Andrea Diprè in mutande – foto: Gabriele Ferraresi

 

Andrea Diprè non è trash: se il trash – come insegna un Maestro con cui è complicato avere a che fare come Tommaso Labranca – è l’emulazione fallita di un modello irraggiungibile, Diprè in realtà non imita nulla. Cosa imita Diprè in fondo? Niente. Ha inventato qualcosa, trovandosi, nel mezzo del cammin di sua vita, su una strada irta di Sara Tommasi, subumani, pornostar e stupefacenti decisamente più raccontati che realmente assunti, ma sgombriamo il campo, Diprè non è trash, affatto, e non ha nessuna retta via da smarrire.

Diprè è Diprè, il che è di sicuro più interessante dal punto di vista narrativo, e vostro, dei lettori. Ho passato una giornata intera con lui, il giorno del suo compleanno. Quello che lui chiama il giorno di Natale, coincidente con quello della sua nascita. È un continuo scherzo, una continua mattana, passare un giorno con Diprè. Che come i migliori piazzisti è onestamente convinto della bontà della propria merce, il dipreismo. Ed è per questo che quella merce vende, sotto forma di lui. E vende eccome.

L’impero dipreista ha la missione fuori dal tempo di épater la bourgeoisie, in un’epoca in cui sembra che nulla possa scandalizzarla, quella borghesia. Ma è ovvio: essendo la borghesia da epatare esplosa – siamo tutti borghesi, no? Trovatemi uno che dice di no allora – e non esistendo più scandalo – cosa scandalizza davvero gli italiani in fondo? Niente – Diprè affonda con facilità i denti in un ventre molle, verminoso.

 

 

Diprè fa scoppiare bolle di sapone fatte di indignazione e hating, e hater, più che altro, perché da fenomenale troll riesce ogni volta a produrre qualcosa che diventa un’esca e scatena non tanto i benpensanti, quanto una bourgeoisie internettiana fatta di anime semplici, ma dotate di connessione ADSL. È intelligente Diprè: molto più di quanto lo sia chi lo attacca.

In ogni caso, la mia giornata con Andrea Diprè comincia intorno alle 9.30 del giorno 9 novembre 2015. Arrivo alla Pasticceria San Gregorio, in via San Gregorio, a Milano. Entro, non prendo neanche un caffè, scendo nel sottoscala dove c’è la taverna e trovo assistenti che montano un set. C’è anche un attore nano, è Massimo Massimino Viafora, lo trovo che parla al cellulare. Mette giù e facciamo subito amicizia, sarà senza ombra di dubbio il migliore attore della compagnia. Max è nato nano, dicevamo, e si è fatto allungare di 11 cm le gambe quando di anni ne aveva 13: qualche anno dopo ha allungato le braccia. Interventi impegnativi, e me ne racconta con la serenità di chi ha passato cose grosse, ma ora con la testa è altrove, impegnato a fare altro che ama, come mostrarmi una foto in cui è travestito da Evel Knievel su una minimoto agli MTV Awards di due anni fa.

 

Massimo Massimino Viafora sul set di Andrea Diprè - foto: Gabriele Ferraresi  Massimo Massimino Viafora sul set di Andrea Diprè – foto: Gabriele Ferraresi

 

Mentre siamo fuori dalla pasticceria racconta di come altri suoi colleghi che aveva contattato abbiano rifiutato di apparire in un video di Diprè. Massimino invece si è preso i suoi insulti su Facebook, solo perché oggi aveva deciso di recitare con Diprè. Per lui è un lavoro e mi racconta di avere recitato anche nel Mercante di Venezia, con Al Pacino. I suoi colleghi per me sbagliavano: giustamente timorosi per il proprio vissuto, ma per me sbagliavano.

Intorno alle 11 del mattino arriva Andrea Diprè.

 

Andrea Diprè senza cravatta - foto: Gabriele Ferraresi  Andrea Diprè senza cravatta – foto: Gabriele Ferraresi

 

Guida una Mercedes Classe C coupè che avrà una decina d’anni, un po’ sporca e con copriruota non originali. Nel bagagliaio intravedo una valigia e una maglietta del Barcellona. Con lui c’è una ragazza di vent’anni splendida, Denise Odorico, ha dei Pokemon tatuati sul braccio, è nata nel 1994, fuma Marlboro rosse, è sicuramente bellissima, posa completamente nuda sul suo Tumblr e mi chiedo se non sia troppo all’età che ha, solo perché di anni ne ho tredici in più, ma lì sbaglio io.

In fondo penso che faccia bene, si è belli una volta sola, si hanno vent’anni una volta sola e con Denise facciamo amicizia; qualche ora dopo mi dirà: “Preferisco farmi fotografare nuda che vestita, sto meglio nuda” e parlando meglio mi racconterà di come al suo paese d’origine la famiglia la supporti, ma il giudizio degli “altri”, magari coetanei, sia cretino, spietato.

Poi arriva Diprè: indossa un completo blu, camicia bianca, niente cravatta rossa. Quella, di cui si dice non sappia farsi il nodo, apparirà dopo. Ci mettiamo a parlare.

 

Cash from chaos: Andrea Diprè e Denise Odorico - foto: Gabriele Ferraresi  Cash from chaos: Andrea Diprè e Denise Odorico – foto: Gabriele Ferraresi

 

Andrea Diprè, come va?
Non ho progetti, non ho un cazzo. Mi hanno reso la vita impossibile. Altri si sarebbero uccisi. C’è gente che si ammazza perché sta male con se stessa, io sto bene con me stesso. Soldi dallo Stato non ne prendo, anzi me ne chiedono, e la mia morale è l’assenza di morale. Sono uno che crede molto nella trascendenza, spero che una volta che finirà il mio ossigeno su questa terra, ci sarà qualcuno che mi farà i complimenti.

Compie 41 anni oggi, un bilancio?
Sono come una grande squadra che non vince mai nulla. Mi viene in mente Zeman, un allenatore che non ha vinto niente. Io non ho ottenuto un cazzo, ma posso dire di avere vissuto dipreisticamente e mi auguro che poi le costellazioni dipreistiche mi porteranno a dire “Bene Diprè, questo è il tuo pianeta. Chi ti ha appoggiato avrà ogni felicità”, per gli altri, punizioni severissime.

Perché siamo qui?
Sono qui per fare un video, diretto da Lord Internet. È il video della canzone del Natale 2015. Per me il Natale è il 9 novembre, cioè oggi, il giorno in cui sono nato, quindi Natale è oggi. È bellissimo vedere il Natale ricreato oggi. Ecco, anche questo è un tentativo, che sia un flop o no, almeno ci ho provato e volevo farlo. Come un attaccante se ho l’occasione la butto dentro.

 

Andrea Diprè con Denise Odorico sul set del suo prossimo video natalizio - foto: Gabriele Ferraresi  Andrea Diprè con Denise Odorico sul set del suo prossimo video natalizio – foto: Gabriele Ferraresi

 

Da dove arriva Andrea Diprè?
Vengo da un mondo cattolicissimo, in Trentino, un paesino di 300 abitanti… lasciamo stare cazzo, ci torno ancora, ogni tanto. Ma non me ne fotte un cazzo di vedere nessuno. Ho perso tantissimo tempo con le cose religiose, ma era tutta una finta, ma intanto il tempo l’ho perso. Ecco perché godo a fare un video contro il Natale, farei di più.

Infatti leggevo delle varie fasi della sua vita. La prima, quella cattolica
L’obiettivo era scalare tutte le vette dei consigli pastorali, per poi presentarmi alle elezioni regionali, e prendere dieci milioni al mese, per andare dentro. Mentre gli altri andavano a divertirsi io ero vescovo laico. In mezzo a degli sfigati, c’era una della Azione Cattolica… però dentro di me dicevo vaffanculo… poi arrivano le elezioni regionali e vedo che i preti hanno capito il mio gioco, ho preso dei voti comunque.

Le elezioni non vanno, e a quel punto?
Capisco che è una nave rotta del cazzo, da affondare. Eravamo sul finire degli anni novanta. Vengo assunto come portaborse da un politico. Sbagliato. Nel dipreismo non si deve lavorare, in due anni di segretariato non ho fatto un cazzo. Se fosse adesso non mi sarei licenziato. Se fosse ora gli direi: “Testa di cazzo”. Mi hanno costretto alle dimissioni, costretto perché ero il più ingenuo. Quando ho capito che non c’era più spazio, allora ho messo subito una modella mentre parlavo di quadri.

 

Andrea Diprè versione party hard - foto: Gabriele Ferraresi  Andrea Diprè versione party hard – foto: Gabriele Ferraresi

 

Per poco non finisce in Parlamento…
Per colpa di quei bastardi della Lega Nord, all’epoca mi hanno mandato via anche loro. Era la Lega dei tempi di Bossi, erano i primi anni duemila. A quel punto ho cominciato con l’arte, metto la modella nuda vicino a me: uno scandalo, ero contentissimo. Da lì inizio a capire, vedo il business: penso, un momento, qui posso guadagnare, infatti i pittori iniziano a chiamarmi, vado nelle loro case e ovviamente io vedevo solo i soldi, sopportavo cose incredibili, gente del cazzo che ascoltavo, però riuscivo a dirgli: “Investi”, non spendere soldi per la mostra che la gente ci viene solo per mangiare e bere, vieni in tv con Andrea Diprè. Nel giro di due anni avevo due canali su Sky in affitto e tantissime tv private che mi trasmettevano.

Se le offrissero oggi una candidatura?
Se non è faticoso, perché no? Mi candido, rubo i soldi. Se mai sarò eletto manderei qualcuno che timbri per me, ma è impossibile.

Come funzionava il meccanismo con i pittori e i quadri?
Io pensavo solo ai soldi, e ad apparire. Nei miei video i quadri si vedono pochissimo. Tutta questa situazione mi portò un grosso giro economico, e così scoppia il caso di Mi Manda RaiTre… perché stavo sul cazzo a tutti, ai critici… e con Achille Bonito Oliva al tempo sono stato buono, oggi l’avrei insultato ancora di più. Ma infatti oggi hanno tutti paura a farmi fare le dirette, non mi chiamano. Ma non me ne frega un cazzo, capisco il limite del sistema Italia. Andare su una tv non serve più a niente.

 

Andrea Diprè e Denise Odorico - foto: Gabriele Ferraresi  Andrea Diprè e Denise Odorico – foto: Gabriele Ferraresi

 

Eravamo arrivati a Mi Manda RaiTre
Era una trappola, ma l’ho fatto per farmi pubblicità, volevo apparire a tutti i costi. Io ero contento della rissa, comunque era in diretta. Oggi sarei stato più cattivo.

Da lì le cose cambiano?
Da lì capisco che il sistema si stava chiudendo, c’era la crisi… io davo un servizio. E dovermi difendere, spendere soldi solo perché quattro sfigati di pittori, gente di cui non parlo neanche, mi devono pagare per parlare di loro…

Ha molti processi aperti?
Ne ho diversi, sì. Dicono che li ho illusi. È chiaro che non potevo dire: “I tuoi quadri sono una merda, fanno schifo”, quanti soldi mi avrebbero dato? No, dicevo che erano dei Picasso. Anche perché a me l’arte fa schifo. Odio tutto ciò che è arte. Per me esiste solo il sesso. L’arte potrei dirti che è nella vagina. Lei è un’opera d’arte mobile, è stupenda [passa Denise Odorico in fianco a noi] ma poi in Italia non ho i diritti di un cittadino normale, se faccio una serata interviene qualche giornalista, che non faccio i nomi, per impedirmi di fare la serata, poi il sindaco… ho tantissimi problemi, tantissimi disastri, proprio perché ovviamente una persona che porta avanti un’idea è odiata. Io riconosco di essere antistatale.

 

Ritratti: Andrea Diprè - foto: Gabriele Ferraresi  Ritratti: Andrea Diprè – foto: Gabriele Ferraresi

 

Si sente un rivoluzionario, un perseguitato?
Sono un Che Guevara del dipreismo. Sì, sono un Che dipreista, per quanto i valori siano un po’ diversi.

C’è qualcuno dello scenario politico che le piace?
Putin. E quel ragazzetto nord coreano. Sono curioso di Hillary Clinton, mi fa specie. Due che si sposano, una che fa il bocchino all’altra… mi piace questo giro, Clinton mi piaceva molto.

Se ne ha, quali sono i suoi altri valori?
Odio i valori, non me ne frega di avere valori.

Che cosa odia Andrea Diprè?
Tutto ciò che ha a che fare con il mondo cattolico, e non lo disprezzo per invidia, godo nel vedere quanto sfigati si possa essere. Già siamo su questa terra, nati per morire… Perché devi rompere i coglioni a un individuo nel momento di piacere che può trovare? E il piacere cosa te lo dà? Il sesso, ogni tipo e forma va bene. La droga, che ti aiuta moltissimo, dove intendo non solo coca, ecstasy, anche alcool, tutte le sostanze che possono darti… voglio dire, se non bevi un po’ o non prendi qualcosa non hai prestazioni super.

 

Andrea Diprè al telefono - foto: Gabriele Ferraresi  Andrea Diprè al telefono – foto: Gabriele Ferraresi

 

Lei ha costruito un personaggio grazie ai social media e a una piattaforma video. Funziona meglio Youtube della televisione?
Esatto. Sono tutti strumenti ottimi, una volta non c’erano. I dati di Facebook e Youtube però con me sono parziali, mi hanno rimosso molti video. Dovrei avere più views. Il video con Sara Tommasi dopo sette milioni di views Facebook me l’ha rimosso. Non è giusto, in fondo non si spogliava. Cosa faceva di male?

Mi diceva che ha anche un canale su XVideos: rende?
Allora, il problema mio è questo, io antepongo la visibilità ai soldi. Io non ho bisogno di soldi, i veri soldi li ho visti con i quadri. Mi viene da ridere se ci penso oggi. Centomila euro erano niente… adesso è impossibile. Una cifra per interessarmi oggi deve avere sei zeri. In euro o in dollari.

Come vi siete conosciuti con Denise?
Mi ha scritto lei. Abbiamo fatto un video in un cimitero, dove le do una particola, ha mangiato un’ostia imbevuta di sangue mestruale. Ma lo pubblicherò più avanti, non vorrei beccarmi una denuncia per vilipendio alla religione.

 

Andrea Diprè nella suite artica - foto: Gabriele Ferraresi  Andrea Diprè nella suite artica – foto: Gabriele Ferraresi

 

Magari oggi è la volta buona
Ne ho presa una per maltrattamento agli animali, perché ho fatto un video con una che tentava di fare un pompino a un cavallo, ma non gliel’ho detto di farlo io. Mi accusano di tutto.

Ha costruito una rete di collaboratori, di persone che la aiutano, chi sono?
Ho vicino persone intelligenti, che hanno capito. L’intelligenza è la qualità, sono tutti molto giovani. I miei coetanei figurati, si sono seduti.

Domani dove sarà Andrea Diprè?
Sono in America.

E un domani più lontano?
Non lo so, posso ragionare al massimo da qui a due mesi.

La cosa che la fa stare meglio?
Il godimento, il piacere, gli attimi. Il sesso, le sostanze. Quando guadagno in fretta e senza fare fatica.

Ci sveli il segreto: come si fa a guadagnare senza fatica?
Di questi tempi è molto difficile. Però io penso che il denaro fatto con fatica, non valga nulla. È veramente triste. L’esistenza terrena finisce, è sempre una sconfitta ciò che costa fatica.

 

Andrea Diprè in posa in via San Gregorio, a Milano - foto: Gabriele Ferraresi  Andrea Diprè in posa in via San Gregorio, a Milano – foto: Gabriele Ferraresi

 

Fa la spesa da solo?
Meglio non addentrarci… quando sono a casa, mangio sempre le stesse cose. Mangio riso condito, con sopra i sottaceti. Gli acetelli. Oppure cotoletta, a casa. In giro no.

Le piace cucinare?
No, assolutamente.

Una cosa di cui non potrebbe mai fare a meno?
Non saprei dirtelo. Sicuramente realizzare queste cose qui, i video, smetterò quando non potrò più fisicamente farli. Farò sempre video con le opere d’arte mobili. Anche Panorama e l’Espresso, o la Bild, mettevano il nudo in copertina. Quella cosa non finirà mai. Non smetterò mai, a meno che non riesca fisicamente a non muovermi.

È felice?
Non posso dire di essere felice. Sono felice ad attimi, come tutti.

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