Tutti morti e Dio è un hipster. Se pensate che questo sia il plot del nuovo film di Yorgos Lanthimos siete fuori strada, si tratta della trama della pubblicità del Buondì Motta – capitolo finale.
Ricordate quando l’anno scorso il primo episodio della saga firmata dall’agenzia Saatchi & Saatchi per la famosa merendina, fu preso d’assalto da una tremenda shitstorm di mamme senza senso dello humor che protestavano contro la morte della madre davanti agli occhi della figlioletta? Ecco, per pareggiare i conti nell’ultimo capitolo muoiono tutti.
Si tratta di un corto di quasi 4 minuti che inizia dopo che la bambina bionda sorridente ha spedito all’ospedale madre, padre e pure il postino, colpiti da asteroidi e/o merendine giganti quando hanno scelto la via agnostica per promuovere dubbi a proposito dell’esistenza della colazione che coniughi leggerezza e golosità.
Ella guarda i corpi malridotti degli sfortunati mentre un luminare le spiega che forse ce la faranno a passare la notte, quand’ecco che anche lui esprime dubbi sulla colazione di cui sopra e un asteroide si abbatte sull’ospedale. Tutti morti, bambina compresa. Al funerale, pure il prete esercita il dubbio e alla fine Dio s’incazza davvero, arrivando a distruggere la Terra con un meteorite gigante.
Non bastasse, nell’epilogo si scopre che dietro la vita, l’universo e tutto quanto, Dio non è altro che un contabile hipster che lavora da casa in accappatoio e che collabora con Lucio (Lucifero?). Alla fine reinstalla la Terra tramite un floppy e ci lascia con l’happy ending.
Niente da dire, è la pubblicità più innovativa degli anni ’10, perché si prende gioco di tutti gli stereotipi delle famiglie nelle pubblicità ma non solo, va oltre e attacca con la satira i valori occidentali tanto cari sotto elezioni, quindi oltre la famiglia anche la chiesa e la scienza, la religione e la divinità. Mica male per una pubblicità che vende una merendina.
Per puro paradosso, stavolta niente mamme incazzate perché beh, che gli vuoi dire a un’Apocalisse che cancella la Terra per via del Buondì Motta? Anche in un periodo in cui l’indignazione social sale per i motivi più futili, è bello vedere che per una volta si può fare satira e humor nero andando a toccare gli argomenti sensibili senza tanto, inutile bla bla. Chapeau.