Foto da Cute Circuit
La moda cambia, fa salti in avanti, si attorciglia su se stessa e ripropone stilemi classici interpretati in modi sempre nuovi. Di base, però, si tratta sempre di tessuti: più o meno sofisticati, più o meno ricercati, ma tessuti che in alcuni casi sono identici da millenni, in altri da decenni. Ecco perché con l’ingresso del grafene nel mondo della moda siamo di fronte a un vero e proprio cambio di paradigma. Il grafene è un materiale isolato per la prima volta nel 2004 e che valse nel 2010 il Premio Nobel ai suoi scopritori, gli anglo-russi Konstantin Novoselov e Andre Geim. Tra le sue caratteristiche principali c’è il suo spessore, anzi, il suo quasi non-spessore: un solo atomo, milioni di volte più sottile di un capello umano, ma 200 volte più resistente dell’acciaio e un materiale dotato di grandi capacità di conduzione.
Quindi: sottilissimo, resistente e in grado di condurre l’elettricità. Mettete insieme queste caratteristiche e avrete come risultato un abito in grado di illuminarsi. L’idea di applicare il grafene al mondo della moda è venuta a Cute Circuit, casa che unisce fashion e tecnologia e che vede a capo l’italiana Francesca Rosella. Già in passato CuteCircuit aveva realizzato abiti in grado di simulare l’abbraccio umano o di reagire a tweet, ma questa nuova invenzione, presentata nei mesi scorsi, è ancora più interessante: si tratta infatti di un vestito in grado di reagire tramite colori differenti alle diverse intensità di respiro della persona che lo indossa.
Il vestito riesce infatti a percepire quanto è profondo il respiro e a trasmettere l’informazione a piccoli led disseminati sull’abito: un respiro debole porta a una colore che passa tra arancione e verde, mentre un respiro più intenso porta a un viola misto a turchese.
L’entusiasmo dei designer è notevole, anche perché si tratta solo di un inizio: l’obiettivo è quello di realizzare abiti in grado di cambiare interamente colore, cambiando così per sempre una delle poche caratteristiche fisse di un abito.
[Via PSFK]
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