La strage di Parigi ha generato un grande flusso di notizie sui social network – molte delle quali false – che ha coinvolto milioni di persone in tutto il mondo. Tuttavia, dal rumore di fondo delle conversazioni online è emerso uno strumento molto più diretto e funzionale: il Safety Check di Facebook. Ovvero, la funzione speciale della piattaforma di Zuckerberg che dall’ottobre 2014 viene attivata solo in caso di calamità naturali.
Dopo gli attacchi avvenuti durante la notte tra il 13 e 14 novembre, Facebook ha attivato una funzione che permetteva agli utenti che si trovavano a Parigi di mandare una conferma automatica a tutti i propri contatti: “sto bene”. Secondo Business Insider lo strumento sarebbe stato utilizzato da circa 4.1 milioni di persone, che hanno notificato i propri contatti generando un flusso di post in cui era possibile commentare direttamente la notifica.
È inutile dire che gli attacchi di Parigi sono ben lontani da un terremoto o da uno tsunami. Un motivo in più perché molti utenti del social network hanno sollevato molte critiche per l’utilizzo straordinario di questo strumento: perché Facebook non lo ha utilizzato anche per i recenti attacchi kamikaze che hanno colpito Beirut, in Libano?
Facebook ha risposto alle critiche nella notte di sabato con un post, dicendo che l’altissima attività degli utenti sul social network li avrebbe convinti ad attivare il Safety Check nel tentativo di essere d’aiuto e raccogliere informazioni sulla performance dello strumento stesso. Insomma, un test sul campo mosso da buone intenzioni.
Tuttavia, è Facebook stessa a specificare che il Safety Check non è ancora perfetto. Infatti, “Durante il perdurare di una crisi, come una guerra o un’epidemia, la forma attuale di Safety Check non è poi così utile: non esistono né un chiaro punto di inizio, né uno di fine, e sfortunatamente è impossibile sapere quando qualcuno è veramente ‘al sicuro’.”
La questione ha raggiunto anche l’attenzione di Mark Zuckerberg, che è intervenuto con queste parole: “Avete ragione, ci sono molti altri conflitti significativi nel mondo. Noi ci preoccupiamo per tutte le persone in egual modo, e lavoreremo duro per aiutare chi soffre nel numero maggiore di situazioni possibili.” Staremo a vedere.
Sempre durante la strage di Parigi, Facebook ha attivato il filtro per generare un’immagine di profilo con la sovrimpressione della bandiera francese in segno di solidarietà. Le critiche si sono fatte sentire anche in questo caso, per il semplice motivo che ogni utente dovrebbe essere libero di utilizzare lo strumento per supportare i numerosi paesi colpiti dal terrorismo.