A mali estremi, estremi rimedi: se non puoi nemmeno lontanamente immaginare di resistere altri tre anni e tre mesi per aspettare le elezioni e provare a evitare la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, puoi sempre provare a cacciarlo da quella è la sua seconda casa. Non stiamo parlando della Trump Tower a New York, ma di Twitter, il social network preferito dal 45esimo Presidente degli Stati Uniti, quello su cui ama condividere messaggi che vanno dalla non-condanna dei nazisti di Charlottesville a minacce nucleari contro la Corea del Nord.
Certo, bannare Trump da Twitter non è cosa facile, anche perché Twitter non si sogna minimamente di chiudergli l’account. Per aggirare questo ostacolo c’è una sola soluzione a disposizione: comprare Twitter e poi chiudere l’account a Trump. È questa l’idea che è venuta a Valerie Plame Wilson, ex agente CIA sotto copertura che ha lanciato una raccolta fondi per ottenere il controllo del social network.
If @Twitter executives won’t shut down Trump’s violence and hate, then it’s up to us. #BuyTwitter #BanTrump https://t.co/HhbaHSluTx
— Valerie Plame Wilson (@ValeriePlame) 18 agosto 2017
Per motivare la sua azione, Plame Wilson dice che si tratta di una mossa necessaria, per evitare che un tweet di troppo possa scatenare uno scontro diplomatico. Ecco allora spiegata la campagna di crowdfunding su GoFundMe. Per uno scopo così ambizioso, ovviamente, i soldi da raccogliere sono tantissimi, per l’esattezza un miliardo di dollari. Al momento sono arrivate donazione per circa 40mila dollari, ma è evidente che si tratta di numeri che hanno poco senso: quello che conta è la provocazione, che attacca sia la presidenza Trump, sia il ruolo dei social network nel dibattito politico contemporaneo.