Flickr è sempre stato il sito per eccellenza di tutti i fotografi. Da più di dieci anni la piattaforma di Yahoo è il punto di riferimento per chiunque voglia mettere le proprie foto online: prediletta principalmente dai professionisti o dagli illustratori, grazie al suo terabyte di spazio gratuito riesce ad attirare anche l’utente tradizionale che ha il semplice bisogno di archiviare le proprie immagini e tenerle al sicuro.
Da poco, però, c’è stato un annuncio che potrebbe rivelarsi un vero e proprio autogol: da oggi Flickr ha reso a pagamento l’utilissima applicazione che vi permette di sincronizzare le cartelle del vostro computer e caricare sul sito tutte le foto in automatico, evitandovi il fastidio di aggiungerle una ad una. Tale servizio, adesso, costa 6 dollari al mese o 50 all’anno.
È una mossa parecchio azzardata perché l’utente medio, una volta abituatosi ad una comodità simile, difficilmente vorrà tornare a uploadare i suoi scatti manualmente usando l’interfaccia del sito; in più sono già presenti molte altre alternative gratuite altrettanto comode. Una su tutte, Google Foto: ha un’app comodissima per gestire le foto e organizza i backup con grande facilità. Ha il contro di offrire solo 15 gigabyte ma, per un utente medio alle prese con i propri reportage vacanzieri, saranno più che sufficienti.
In più ci sono diverse tipologie di dispositivi fisici – dai sottilissimi hard disk spessi meno di un centimetro, fino a sistemi di backup più evoluti come quelli della Lyve o della Bevy – che vi permetteranno di spostare e salvare le vostre foto su hard disk esterni o di organizzarle sui vari cloud.
Se, quindi, siete tra i tanti utenti che al momento si stanno lamentando della nuova presa di posizione da parte di Flickr, potete optare per una decisione netta e definitiva: portate via tutto e trasferitevi altrove. Avrete la possibilità di riavere tutti i vostri scatti racchiusi in un unico file zip: secondo quanto il dice il sito potrete “scaricare migliaia di foto e di video, tutte in un colpo solo”, in realtà sarete costretti a procedere un album alla volta.
Staremo a vedere che tipo di conseguenze porterà un tale cambiamento: in un mercato sempre più competitivo dove la tendenza è quella di fornire spazi cloud sempre più grandi e totalmente gratuiti, l’idea di inserire un servizio a pagamento non sembra una scelta così lungimirante.
[via wired.com]
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