Secondo il quarto teorema di Zuckerberg, su Facebook qualsiasi argomento può tirare fuori il peggio delle persone. Si tratta ormai di un comportamento assimilabile a una legge di natura, a cui dobbiamo in qualche modo fare il callo, perché difficilmente ne usciremo. Uno può anche accettare che succeda quando si trattano argomenti politici o che abbiano una qualche attinenza con quella sfera. Fa un po’ più impressione quando ci si allontana e si arriva in altri campi. Alcune situazioni, poi, dovrebbero essere immuni, ma qui arriva il quarto teorema di Zuckerberg: non esistono zone franche.
La dimostrazione – l’ennesima – è arrivata oggi con una condivisione sulla pagina ufficiale di ANSA. L’agenzia ha rilanciato un pezzo presente sul proprio sito, dedicato alla carenza di scorte di sangue, in cui si invita la popolazione ad andare a donare. Un argomento importante, lontano da ogni tipo di presa di posizione politica e soprattutto da sempre caratterizzato da una sola possibile lettura: donare il sangue è un atto positivo, che non si presta in alcun modo a polemiche o crociate.
E invece, come segnalato dalla benemerita pagina “Adotta anche tu un analfabeta funzionale”, non c’è stata nessuna pietà.
Si parte con il grande classico: l’invettiva contro il potere
Sono cinque, ma ce ne sono molti di più: è l’effetto-kasta, ovvero quel riflesso condizionato per cui ogni argomento va sempre a toccare il tasto privilegi&sprechi della politica. Un po’ come accadeva anni fa con Berlusconi: potevi parlare di farina integrale o della fotosintesi clorofilliana, ma potevi stare sicuro che uno dei primi dieci commenti conteneva la parola Berlusconi. Oggi è lo stesso, ma il bersaglio si è allargato a tutta la classe politica. Se pensate che tirare in mezzo la Lorenzin e i politici criminali parlando di donazioni di sangue sia assurdo, sappiate che è solo l’inizio.
Il passo successivo è quello del commentatore che si rivolge ai politici per chiedere conto di dove finiscono i soldi delle sue tasse. Tradotto: dovreste usare quei soldi per comprare il sangue. Esatto: comprare.
Ci spostiamo ora nel gruppo dei donatori, ma dei donatori pentiti: secondo quanto racconta questa commentatrice, anni fa i medici le vietarono di donare il proprio sangue alla madre, preferendo sottoporla a un’autotrasfusione. La commentatrice si risentì talmente tanto da voler negare il prezioso fluido al resto degli italiani.
Questo commentatore, invece, parla di un altro caso clamoroso: dopo aver donato il sangue e aver convinto alcuni parenti a fare la stessa cosa in vista di un’operazione all’anca del suocero, si è visto “scippare” il sangue per alcuni interventi chirurgici urgenti e anche in questo caso al parente è stata fatta un’autotrasfusione. Il nostro commentatore, però, fa un ulteriore passo avanti rispetto all’indignata precedente: pretende che chi riceve sangue donato si attivi in prima persona per restituire al sistema la stessa quantità di fluido ricevuta.
Un metodo di gestione delle scorte ematiche da grande amministratore, dotato di estrema lungimiranza. La stessa che caratterizza questa commentatrice, che parla di tecnologie con la classica consapevolezza e conoscenza dell’argomento di chi ha ottenuto un dottorato di ricerca presso l’università della vita.
Tranquilli, siamo quasi arrivati in fondo e ci sembrava giusto chiudere con due grandi classici, un po’ come fanno le band in chiusura di concerto. Il primo è il commento complottista che tira in mezzo le grandi case farmaceutiche.
Ma eccoci al gran finale: la tirata anti-immigrati, portata avanti con proprietà di linguaggio e capacità di argomentare in lingua italiana di livello bassissimo. Non è ironia: evidentemente il giorno in cui hanno spiegato l’acca aveva la morbillo. Ovviamente perché non si era vaccinato.