Ne avevamo dato notizia anche noi neppure un mese fa: l’azienda guidata da Mark Zuckerberg si quotava (finalmente) in borsa, dando l’opportunità ad investitori e trader di sbizzarrirsi nell’acquisto di azioni del social network più chiacchierato al mondo.
Peccato che dai 38 dollari per azione del prezzo iniziale ad oggi si è scesi a circa 27 euro, con una tendenziale discesa, sostengono alcuni analisti, verso i 20 euro (!).
Visti i chiari di luna, qualcuno ha ribattezzato lo sbarco in Borsa con la formula “fakeboom“, a sottolineare le ridicole performance di un titolo ampiamente sopravvalutato.
C’è poi chi intona già canti funebri, sostenendo che, di questo passo, Facebook in meno di un decennio non solo perderà il suo primato nel mercato del web ma rischierà di fare la fine di Yahoo. Come mai Eric Jackson, manager di Ironfire Capital (un hedge fund statunitense) è arrivato a queste conclusioni dopo neppure un mese dallo sbarco a Wall Street? Semplice: Facebook non sarà in grado di gestire (e nel gergo di un manager questo termine equivale a “monetizzare”) il passaggio verso una rete caratterizzata sempre di più da dispositivi mobili. Anzi, a dirla tutta, proprio nei 35 fattori di rischio che anticipavano l’IPO, veniva evidenziato che proprio il crescente utilizzo della versione mobile di Facebook rappresentava una delle sfide più problematiche da affrontare.
Sapranno Zuckerberg e il suo staff sorprenderci ancora? Pare abbiano poco meno di 8 anni di tempo per studiare qualcos’altro di sorprendente (e no, meglio non pensare ad un’altra Timeline come soluzione, ndr).