[ATTENZIONE: qualche spoiler c’è, ma è innocuo]
Westworld è una delle serie più attese della HBO. È andata in onda questa notte in America e in contemporanea in Italia su Sky, dove andrà in replica anche stasera. Scritta da Jonathan Nolan e Lisa Joy e prodotta da J.J. Abrams, prende l’omonimo film di Michael Crichton del 1971 e lo trasforma in dieci episodi della durata di un’ora circa. Il cast è formidabile: Anthony Hopkins, Ed Harris, Evan Rachel Wood, Thandie Newton, James Marsden, Rodrigo Santoro e molti altri.
Westworld è un gigantesco parco di divertimenti per ricchi ambientato nel vecchio west e popolato interamente da androidi perfettamente somiglianti agli umani. Ogni robot ha una sua storia e la interpreta ogni giorno allo stesso modo. Moltiplicate queste storie per migliaia di robot e avrete un intero ecosistema fatto di relazioni, risse, omicidi, sparatorie e molte altre trame da seguire sia come spettatori, che da protagonisti.
Perché i cosiddetti “ospiti” – ovvero coloro che pagano per vistare il parco – non solo hanno la libertà di camminare nel villaggio vestiti come se fossero nell’’800, ma anche la possibilità di interagire con la storia stessa: andare a letto con le prostitute del saloon, giocare al tavolo del poker bevendo whisky, seguire lo sceriffo in una caccia al bandito e altro ancora.
Ora, se Steven Spielberg ci ha insegnato che giocare a fare Dio in un parco a tema può avere delle controindicazioni e se con Super Vicky (e diversi decenni di science fiction sui robot) abbiamo capito che anche le macchine, dopo un po’, iniziano a maturare dei sentimenti nella speranza di diventare come chi li ha inventate, potete immaginare come andrà a finire.
Nolan è davvero bravo a spiegare bene tutti i ruoli e il funzionamento del villaggio (cosa non facile, ve lo assicuro) ma, superati i tre quarti della puntata, inizi a credere che la serie si esaurisca nel gioco pirandelliano dei personaggi in cerca d’autore ambientato in un super far west hollywoodiano.
Il punto di svolta arriva quando uno degli ospiti spara a un robot: l’espressione che gli vedrete in faccia tocca un livello di cinismo e di violenza tale da farvi sperare che la serie abbia degli sviluppi introspettivi decisamente più interessanti del semplice racconto di fantascienza.
Per il resto, Westworld ha tutto: un’epica sparatoria sulle note di Paint It, Black dei Rolling Stones, intrighi e complotti tra investitori e azionisti per far dimettere il direttore creativo del parco, bellissime ragazze nude, ingegneri che si innamorano dei robot che hanno creato e c’è pure un ospite che, a quanto pare, ha un piano per distruggere tutti gli abitanti del villaggio.
Insomma, tanti generi che si intrecciano e tanti spunti diversi che probabilmente aiuteranno la serie a raggiungere un pubblico vasto ed eterogeneo. Ed è un po’ lo stile del Nolan scrittore, quello che insieme al certamente più famoso fratello Christopher ha dato vita ad un Cavaliere oscuro dai risvolti filosofici ma che non si nega una batmobile da urlo e azzuffate con i criminali.
Westworld è un progetto ambizioso, può avere il limite di essere un tantino nerd, ma sicuramente farà discutere e ci intaserà le bacheche di commenti. Immagino che il più quotato sarà “Black Mirror incontra Jurassic Park”.