The Young Pope è la nuova serie di Paolo Sorrentino che, dopo una lunga ttesa, andrà in onda su Sky Atlantic dal prossimo 21 ottobre. Prodotta da Sky con HBO e Canal +, per un costo complessivo di circa 40 milioni di euro, The Young Pope ha un cast stellare, che mette in fila nomi di Hollywood come Jude Law e Diane Keaton, ma anche il nostro Silvio Orlando.
Abbiamo visto in anteprima i primi due episodi di The Young Pope è possiamo dire che è una serie spiazzante. Ha un ritmo lento e dilatato, dove singoli personaggi sembrano completamente isolati tra di loro e persi nei loro mondi. Poi, di colpo, capitano scambi di battute perfetti e carichi di tensione.
La storia è quella di Pio XIII, il pontefice interpretato da Jude Law. È un personaggio cinico e spietato, per certi versi simile all’Andreotti portato sullo schermo nel 2008 da Sorrentino ne Il Divo. È una figura altamente contraddittoria, con un ego gigantesco e capricci da rockstar ma che, già in questi primi due episodi, mostra i suoi punti deboli e le sue insicurezze. È una persona sola, che dubita di tutti, persino di Suor Mary (Diane Keaton), la suora che l’ha allevato nell’orfanotrofio dove è cresciuto. Può essere visto come un protagonista triste ma può diventare cattivissimo, quasi un dittatore, che urla mentre San Pietro si trasforma in un castello del male (con tanto di fulmini, tipo i cartoni).
The Young Pope parla di potere e di lotte per ottenerlo ma non si ferma al semplice political drama, riesce a creare personaggi che continuamente ti prendono in contropiede mostrando un lato umano che non ti aspetteresti. In più Silvio Orlando propone un’interpretazione gigantesca e fa presagire che il suo Cardinal Voiello – il Segretario di Stato del Vaticano – avrà sviluppi importanti.
Abbiamo definito The Young Pope spiazzante e uno dei motivi è anche la fotografia: le luci sono strane, si alternano immagini molto forti e cinematografiche ad altre dove la luce si fa più chiara, quasi da soap. Un contrasto che porta a straniamento e che ricorda scelte già esplorate ne La Grande Bellezza, ma emergono anche elementi nuovi che, abbinati ad uno stile narrativo così lento e imprevedibile, ci portano in una sorta di bolla. Lo spettatore rimane costantemente sospeso non sapendo mai cosa aspettarsi, in più il fatto che molti dei personaggi siano dei funzionari del clero provenienti da nazionalità diverse che si sforzano continuamente di parlare con un papa americano, ci porta a sentire continuamente una pronuncia inglese indecisa che aumenta ancora di più lo straniamento di chi cerca di seguire queste storie.
Il principale pregio di The Young Pope è portare nel mondo delle serie tv internazionali uno stile veramente non convenzionale, come in pochi altri finora hanno fatto. Può regalare tanto. E poi vedere il sorriso sornione di Sorrentino mentre in conferenza stampa gli si dà del genio – prima dagli attori e subito dopo ripetuto pedissequamente dalla traduttrice – è sempre un bello spettacolo.
La seconda stagione è già stata confermata.