Qualche giorno fa, sul social ammiraglio Facebook, sono incappato nella pubblicità di un altro social, che ho trovato subito molto interessante. Si chiama Amicizie Cattoliche e a dispetto del nome che sembra virare in favore di innocue chiacchierate sul Cristo e sulle lettere di San Pietro ai farisei, il logo reca un eloquente cuoricino.
Non solo, la foto pubblicitaria mostra due ragazzi e tre-quattro ragazze intenti a fare un’indianata sul mare, con tanto di chitarra e di griglia. Le tre ragazze sembrano guardare in estasi un punto fisso, dove potrebbe trovarsi l’Altissimo, mentre il chitarrista fissa le tette di quella con la maglietta rossa, giusto per portarsi a casa l’amore sacro e l’amor profano.
Nella mia testa affiora un’immagine eccitantissima: è il Tinder dei cattolici. Mi iscrivo subito, usando il mio pseudonimo Stefano Simonini, così per partire un po’ misterioso. Sul form da riempire ci sono alcune domande abbastanza strane: mi chiedono obbligatoriamente il colore degli occhi e se voglio, posso pure scrivere altezza e peso. Ma perché, non si parlava di casta amicizia? Per non sapere né leggere né scrivere, io dell’internet non mi fido e uso la foto di un collega.
Ok, mi faccio un po’ più alto e magro, sia mai mi sposi in chiesa una buona volta. Scopro da subito che il colore degli occhi serve all’algoritmo del sito per farti matchare insieme a qualcuno. Fa molto Robocop, ma tant’è: si sa che gli occhi sono lo specchio dell’anima.
Quando già pregusto la conoscenza di femmine dedite al Cristo, scorgo una parola che mi colma di mestizia: abbonamento. Purtroppo con il profilo gratuito posso solo guardare gli altri profili, se voglio interagire con loro devo pagare. Alla faccia dell’amicizia.
È un gran peccato perché avevo già iniziato a a pensare a un tot di cose che potevano rendermi appetibile alle giovani cattoliche:
1) Conosco alcuni canti da Chiesa a memoria e so anche armonizzarli, per una migliore riuscita sonora.
So cantare distintamente tutte e tre le voci di Alleluia e so fare una versione di Tu sei la mia vita altro io non ho in stile Kings of Convenience. Vi pare poco?
2) Durante la Messa, so quando ci si alza, quando ci s’inginocchia e quando ci si mette a sedere.
Da sempre, è il dubbio che attanaglia più fedeli, ma io so tutta la coreografia perché da piccolo i miei mi ci portavano a forza.
3) Mi piace il gusto dell’ostia, anche nei ricciarelli.
Si scioglie in bocca, ottima anche sotto il torrone o sotto i cantuccini da pucciare nel Vin Santo.
4) Credo fermamente che la Bibbia sia un romanzo fantasy più avvincente del Signore degli Anelli
Una saga sul bene e il male come non se ne sono più viste. Personaggi immortali, effetti speciali migliori di quelli di Game of Thrones.
5) Non ho mai dato credito alle teorie del Codice Da Vinci perché l’attore principale del film è Tom Hanks, che odio
Da giovane mi stava simpatico, poi mi è diventato sinistro e repellente. È una cosa mia, può non essere condivisibile, lo so.
Di certo avrei omesso che sono un miscredente e un blasfemo, che credo nei diritti delle coppie di fatto, di qualunque sesso esse siano, che vorrei che il Vaticano pagasse l’IMU e che non sono certo un sostenitore dell’insabbiamento per i preti pedofili.
Il fatto che è un sito a pagamento, tuttavia, mi ha reso sporco, poco incline alla letizia celeste che cercavo. Ho deciso che tornerò alla Messa e guarderò le donne fisse negli occhi, come diceva il grande Vitellozzo in Non ci resta che piangere. Di sicuro troverò la mia casta anima gemella senza dover pagare il Tinder di Dio.