Conoscevo i benefici del jogging a livello umorale ma, attratto da quest’articolo de Il Post, sono andato a cercare su Google “metodi alternativi per sballarsi”. Nessuno mi attrae particolarmente. Questa del resto non vuole essere una guida alla “droga alternativa” quanto un piccolo resoconto sulla passione secolare dell’uomo a perdere l’uso della propria coscienza, dai party degli antichi romani alle odierne challenge su YouTube. Ma anche un bigino per prevenire rischi che forse non vi sareste mai aspettati. Don’t try this at home.
SPORT:
È risaputo che anche gli sport possano creare dipendenza, motivo per cui molti culturisti, in questo periodo di clausura, vivono una vera e propria “crisi d’astinenza da fitness” dovuto alla chiusura delle palestre. Tutte le discipline che inducono questo effetto agiscono in una maniera simile, stimolando il nostro corpo a produrre sostanze che, in alternativa, assumeremmo separatamente. Tornando al già citato caso del jogging, ero convinto che la tipica sensazione che ci pervade alla fine di una corsa fosse dovuta proprio rilascio di endorfine, ma un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Amburgo e Magonza ha verificato che le cause di questo benessere sono da ricercare negli endocannabinoidi, una classe di lipidi bioattivi prodotti naturalmente dal nostro corpo che, legandosi agli stessi recettori del THC, agisce, fondamentalmente, come uno spinello. Lo sballo da corsa è una prassi così consolidata da aver ormai trovato un’espressione specifica per indicarlo, “runner’s high”, ma un’altra attività di sicuro effetto è lo yoga, in particolar modo se abbinato a degli esercizi respiratori. Oltre che i vantaggi del movimento, concentrandosi sul proprio respiro, si potranno addizionare allo yoga tutti i benefici delle pratiche meditative, l’aumento di ossigeno del corpo produrrà una doppia sensazione di rinvigorimento e rilassatezza: in pratica come bersi un Vodka-Redbull abbinato a una pastiglia di Lexotan. Pur essendo questa l’unica classe che mi sento di consigliare, non voglio avere responsabilità sulla vostra iperventilazione.
CIBO:
Gli studi che provano le similitudini di effetti tra il cioccolato e la marijuana sono ormai noti. Sembrerà paradossale ma, a differenza della famosa pianta a sette punte (catalogata come sostanza stupefacente e non come droga e di recente declassata anche nella lista dei narcotici stilata dall’ONU), il cioccolato è in grado di causare vere e proprie patologie, il cioccolismo è una dipendenza del tutto accumunabile a quelle indotte dall’alcol o del tabacco. Senza rientrare nell’ambito dei tartufi o dei funghi, effettivamente considerati droghe in molte nazioni, per usufruire degli effetti inebrianti di una fortissima sostanza stupefacente basta aprire la dispensa della nonna, sono sicuro troverete un ingrediente fondamentale per la preparazione della besciamella delle sue lasagne. La noce moscata ha dato vita a vere e proprie challenge su YouTube, alcune sono molto divertenti ma, al di là del tono scherzoso di questo articolo, vi pregherei di non sottovalutare gli effetti che le mode possono provocare soprattutto fra i più giovani. Il campo alimentare è il più pericoloso tra quelli dello sballo alternativo, i semi di papavero, ad esempio, sono prodotti dallo stesso fiore da cui si estrae l’oppio cui principio attivo risiede in uno dei più noti alcaloidi, la morfina. Nel corso degli anni sono state selezionate varietà destinate alla coltivazione cui contenuto irrisorio le rende adatte all’uso culinario, questo vuol dire che le probabilità che incappiate in un’allucinazione cospargendo i vostri bun per hamburger con queste deliziose palline nere sono praticamente nulle. Ciò detto, sono stati riscontrati diversi decessi in persone che avevano assunto un decotto preparato con quantità spropositate di semi acquistati al supermercato, uno di questi si dice fosse appena stato vaccinato con AstraZeneca. Più o meno lo stesso destino anche per la calamintha nepeta. Aroma più diffuso nella cucina laziale, indispensabile nella preparazione dei carciofi alla giudia, la mentuccia romana è anche la base della celebre bevanda che induce al suicidio cantata dai Nirvana in Pennyroyal Tea.
ANIMALI:
No, non ci stiamo riferendo alla pet therapy, qui non vogliamo parlare di semplice benessere, melatonina e fiori di Bach ma di vero e proprio sballo. Sono stati dimostrati diversi casi d’intossicazione dovuto all’ingestione di animali, cosa ben diversa è allevare o cacciare una determinata specie con esclusivi fini ricreativi. Quando si pensa agli animali e alle esperienze allucinogene il primo esempio che ci balza alla mente è sicuramente quello delle rane, divenute simbolo di pericolosità anche nell’estetica d’internet. Esistono diverse varietà di rospi psicotropi, il Bufo alvarius, o Rospo del Deserto di Sonora, in particolare ha dato vita a veri e propri fenomeni di “bracconaggio per lo sballo” in Colorado. Per ovviare a queste problematiche, in altri stati degli USA come la California sono state emanate leggi che vietano alla popolazione di leccare i rospi. In Perù le lumache sono uno dei piatti nazionali, il procedimento della ricetta tipica prevede lo spurgamento, ma alcuni simpatici fattoni preferiscono evitare il passaggio poiché la dieta tipica di questi invertebrati è a base di peyote. Giungiamo quindi al mio caso preferito, quello insospettabilmente più infido: la salpa, una delle specie più diffuse nelle acque basse dei litorali italiani e, proprio per questo, uno degli esemplari che più abboccano all’amo dei pescatori inesperti. La salpa, pur commestibile e apprezzata, non ha niente a che vedere con i suoi cugini più pregiati, branzini e orate, e, sui banchi delle pescherie, alletta per l’economicità delle sue carni. Ma, un po’ come nei gamberi, una volta esaurita la polpa, il segreto della salpa risiede nella sua testa, dove si annidano le sostanze stupefacenti derivanti dalla dieta a base di alghe. Vi venisse mai in mente di preparare una bisque, il capo della salpa è capace di dare allucinazione simili a quelle dell’lsd che possono durare sino a tre giorni. E, a quanto pare, era il segreto dei banchetti degli antichi romani.