Eh sì, è successo, ma senza fretta, con molta, moltissima calma: ci ha impiegato un po’, una sessantina d’anni, ma alla fine un albero ha mangiato una bicicletta. Non è la prima volta. Siamo a Sitran, una frazione piccina piccina in provincia di Belluno, e lì cos’è successo? Nel dopoguerra c’era un contadino della zona che andava nei boschi.
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Si chiamava Vincenzo Dall’Ò: andava con la bici fino all’albero nel bosco, magari doveva andare a tagliare l’erba, o lavorava nei campi lì vicino, chissà, ma ancora oggi basta chiedere in giro a chi ha qualche annetto, tutti si ricordano di Vincenzo, e chi di primavera ne qualcuna di più sulle spalle ricorda anche della bicicletta con cui girava per Sitran.
Ma torniamo indietro nel tempo, restiamo a una sessantina d’anni fa. Vincenzo arriva al bosco, appoggia la bici all’albero, fa quel che deve fare, però al ritorno quando vuole riprendere la sua bici si accorge che ha bucato. Capita. Così lascia la bici appoggiata all’albero, e poi una cosa, l’altra… insomma, passano sessant’anni, e la bicicletta è ancora lì. Insomma poi, ancora lì: un po’ si è spostata in altezza, e già che c’era l’albero ha creato una scultura di quelle che solo a Madre Natura possono venire in mente.
Oggi la bici e l’albero sono diventati un monumento di Sitran, un monumento piccolo, molto amato e lasciato lì in mezzo al bosco, modellato solo dalla natura e dal tempo come è giusto che sia.