Abituati ad anni ed anni a guardare documentari prima su Superquark e poi sui vari canali satellitari o su Netflix, quando si inizia a leggere Al di là delle parole di Carl Safina, libro appena uscito per Adelphi, si è convinti di sapere tutto sul mondo degli animali. E invece no, leggendo il libro si capisce come non sappiamo proprio niente.
Infatti Carl Safina, docente alla Stony Brook University, descrive in maniera assolutamente semplice e comprensibile per chiunque situazioni e comportamenti che non avremmo mai sospettato potessero essere attribuiti, ad esempio, ad un elefante africano o a un gambero dell’Atlantico. Situazioni e comportamenti incredibilmente da umani.
Le scienze biologiche hanno scoperto che sotto stress, il sangue di alcuni animali ha gli stessi ormoni presenti nel nostro. Se ad esempio alcuni gamberi subiscono delle scosse elettriche, non soltanto se ne staranno rintanati e nascosti ma il loro sangue presenterà alti livelli di serotonina, la spia dell’ansia.
Avete capito bene: anche i gamberi soffrono d’ansia. E, proprio come noi, se gli vengono somministrati dei farmaci “umani” ansiolitici, di colpo torneranno alle loro attività normali. Ecco che di colpo l’esclusività della specie umana, come unica dotata di vero intelletto e coscienza di sé, si sgretola pian piano.
Anche nel primo capitolo del libro, dedicato ad una ricerca sul campo degli elefanti che vivono fra la riserva naturale del Samburu e Shara in prossimità del Mount Kenya National Park, si scoprono cose parecchio interessanti. Per citarne una, sappiate che ogni elefante ha una personalità propria, con notevoli differenze dagli altri esemplari. Safina, parlando con i ricercatori del campo, ci informa infatti che a seconda del minore o maggiore grado di conoscenza che il dato elefante avrà nei confronti dell’essere umano, il suo comportamento cambierà drasticamente: in alcuni casi potrà assolutamente non cagarci di striscio e tirare dritto, in altri potrà essere guardingo e sospettoso (magari mentre aspetta un elefantino o in periodi di scarse riserve di cibo) oppure ancora gli potremo stare semplicemente sulle balle. Magari perché odoriamo in modo sgradevole per i suoi parametri. Esatto: proprio come quando noi diciamo “a pelle quello mi sta sul cazzo”.
Al di là delle parole è una scoperta dietro l’altra, non tanto sugli animali, quanto e soprattutto su noi stessi. Per esempio ad un certo punto Safina scrive, donando con una sola frase dignità e ragion d’essere alla stragrande maggioranza di specie animali: “Noi pensiamo alle scimmie antropomorfe come ad animali intelligenti sia perché effettivamente lo sono… sia perché ci somigliano“. Ecco, esatto, proprio così: il metro di paragone sull’intelligenza o meno di un essere vivente è dato da noi solo secondo i nostri parametri. Niente di più sbagliato per Safina e tutti gli studiosi con lui.
Ma c’è una parte che preferisco particolarmente di questo libro: quella quando Safina descrive l’avanzare di un giovane e gigantesco maschio d’elefante per la savana: egli è maestoso, potente, quando passa fende l’aria e fa alzare non solo polvere, ma anche nugoli di insetti (e per questo è seguito da un codazzo di rondini e volatili vari) mentre tutt’intorno gli elefanti più piccoli lo seguono per trovare le foglie più verdi. Tutta questa meraviglia avviene poco dopo l’alba: ora fate il paragone con voi che vi alzate alle 7.30 per andare al lavoro, magari con i postumi dell’hangover della sera prima. Chi è l’animale e chi è l’essere umano adesso?
Al di là delle parole – Carl Safina
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