https://www.youtube.com/watch?v=8sG3LUdhrIs
Talvolta non si possono trovare le parole. La notizia è questa: Iva Zanicchi, l’aquila di Ligonchio, canta il Padre Nostro con uno special guest d’eccezione, Papa Francesco. La versione verrà presentata a I fatti vostri e a La vita in diretta, e se pensate di essere nell’anno sbagliato e che questi programmi non esistano più, vi sbagliate di grosso. Benvenuti nel 2016.
Ma il punto non è nemmeno questo. Iva, l’idolo di OK il prezzo è giusto, l’europarlamentare di Forza Italia, ma soprattutto l’ospite che decise di espletare i propri bisogni in studio da Carlo Conti, decide di mettere la sua dignità al servizio della Chiesa, per una raccolta che s’intitola, guarda il caso, Padre Nostro e che sarà distribuita da Universal.
Il video che accompagna tale preghierona è diviso in tre parti ben distinte: c’è Iva che canta in playback le parole che sa anche il muro, per via di tutti quegli anni a catechismo mentre volevamo solo limonare. È reclusa all’interno di un angusto studio di registrazione e tiene le mani giunte, per entrare in empatia semiotica con l’Altissimo. Una scena commovente se non fosse per la telecamera che indulge un po’ troppo in primi piani, inquadrandole anche le caccole. Quando va alta, c’è un autotune che quello di Cher in Believe era più discreto.
Seconda parte, una recita in cui alcuni attori coi microfoni come quelli di Amici fanno l’Ultima Cena, e la Crocifissione del Cristo in un teatro con la scenografia improvvisata. Parlano ma non si sentono le loro voci, è tutto psichedelico, montato a caso e sembra più una telenovela regionale che una roba di fede.
Last but not least, Jorge Mario Bergoglio MC aka Papa Francesco, che partecipa al capolavoro con la sua voce campionata male e con una collezione di video d’archivio in cui è sempre serio, mesto, costipato, forse perché ha ascoltato in anteprima la canzone.
Questa prova mette d’accordo tutti, fedeli, agnostici e atei: puro imbarazzo. Non vediamo l’ora di vederla cantare negli studi Rai pagati col canone obbligatorio, sarà di certo un’emozione di quelle che ci farà riavvicinare alla Chiesa.