Kings of Convenience – Peace Or Love
Te la ricordi quella camicia colorata, a temi floreali, che avevi comprato in quel mercatino da hipster che ti aveva consigliato il tuo amico “stiloso” dove ogni capo, anche se usato, costa più che in negozio? Quella camicia di cui ti sei innamorato a prima vista, tra le bancarelle di Camden o i vicoli di Ortigia, che all’epoca andava tanto di moda -la indossavi praticamente sempre- eppure, non si sa bene perché, un giorno è stata dimenticata nell’armadio, appesa a qualche gruccia tra un cappotto invernale ed uno primaverile, sino a che non ti sei deciso a fare ordine nella tua vita o, più semplicemente, a traslocare. Ritrovandola, inevitabilmente, ti viene voglia di provarla. Non è che il tempo non sia passato – la barba è cresciuta come la pancia – ma in fondo quella camicia continuerà a suscitare su di te un grande fascino. Ancora di più oggi, dopo 12 anni.
Marco Beltramelli
Angélique Kidjo – Mother Nature
Con Mother Nature la musicista del Benin fa un passo in più verso la sua consacrazione ad artista totale. Già perché quando puoi permetterti di chiamare in un album featuring del calibro di Mr Eazi, Burna Boy e Sampa the Great senza perdere un briciolo della tua personalità, ma anzi aumentandola in maniera esponenziale, è chiaro e evidente che di cose da dire e da suonare ne hai a bizzeffe. Angélique Kidjo, insomma, realizza forse non il suo disco migliore, cristallizzando il suo status di star internazionale senza scalfirne l’originalità e le radici. Un pezzo come Dignity difficilmente ci uscirà presto dalla testa, dalle orecchie e dal cuore.
Mattia Nesto
Mykki Blanco – Broken Hearts & Beauty Sleep
Delle tante cose che si possono dire di Mykki Bianco una delle più vere è che sia una figura necessaria al mondo della musica rap mondiale. Quello che stupisce da sempre è la sua pienezza, la varietà con cui cesella i suoi brani, che ama collocare più nel cantautorato che nell’hip-hop. La sua voce si pone come narrante – e non decantante – in questo suo Broken Hearts & Beauty Sleep, e le forme poetiche dell’espressione subentrano nella sua musica, interprete mai banale di ogni parola, dichiaratamente non-binary da anni, e attorniato da una cerchia di musicisti e ospiti che non lascia certo indifferenti. Musica da cui lasciarsi spostare.
Gabriele Vollaro