Il 5 aprile del 1994, la morte di Kurt Cobain, oltre a stabilire la fine dell’era del grunge ha dato un taglio netto anche alla nostra adolescenza, alla nostra innocenza. Quella Generazione X che non trovava il suo posto nel mondo, che non aveva fatto la guerra e che non aveva un lavoro, ha dovuto fare i conti con la morte del suo portabandiera.
Come accade spesso per i grandi miti, le teorie cospirative che vogliono Cobain sempre vivo spuntano come funghi quasi ogni anno. L’ultima, uscita fuori dal cappello magico del Dailymail inglese, riguarda la sua presunta rinascita nelle sembianze di Ramiro Saavedra, un cantante peruviano sosia di Cobain che si è esibito in tv suonando Come As You Are dei Nirvana.
Bravo ma, logicamente, un cosplayer, un imitatore, che ha vinto un talent peruviano nel lontano 2012. Non ci vuole la scienza per capirlo. È giovane e evidentemente ispanico. Nevermind, la notizia ha fatto talmente il giro del mondo che sulla pagina ufficiale dei Nirvana, seguita da 28 milioni di persone, è stato pubblicato un post tristemente ironico, direttamente in spagnolo:
“È vero, Kurt è vivo. Aveva bisogno di tempo per imparare a suonare la chitarra con la mano destra. Trovare chitarre da mancini non è così semplice. Siamo felici di averlo indietro e lo perdoniamo per tutta la tristezza che ci ha lasciato nel cuore.”
Tra i commenti, altri cospiratori che attribuiscono la morte di Cobain a Courtney Love, subito zittiti dall’admin della pagina, che si è ritrovato a trollare gli utenti come un novello Enrico Mentana.
Niente da fare, nessuna cena segreta coi vari Michael Jackson, Hitler e Elvis rifugiati in Argentina, sembra che Kurt ci abbia davvero lasciato per sempre.
So long amigo.