Chrysta Bell è un’attrice, cantante e modella americana decisamente affascinante. Ha inciso il primo album, This Train nel 2011, grazie all’apporto del regista (e musicista) David Lynch, che l’ha conosciuta quando ha cantato Polish Poem per la colonna sonora di INLAND EMPIRE, il suo ultimo film del 2006. Tra i due è scaturito un legame forte e magnetico, che va oltre le apparenze. Entrambi praticano la meditazione trascendentale, di cui il regista ha una fondazione tutta sua.
Lynch più volte l’ha definita la sua musa e oltre a collaborare con lei anche nell’ep successivo, Somewhere in the Nowhere del 2016, l’ha voluta con sé anche come attrice nel nuovo Twin Peaks, che uscirà per Showtime nel 2016 e che riprenderà la storia interrotta negli anni ’90, 25 anni dopo.
Abbiamo avuto l’opportunità di intervistarla in occasione della sua unica data italiana del 23 ottobre a Napoli per addentrarci nel mistero della sua relazione con Lynch e della sua mente.
Di sicuro un’artista che ammalia e che non lascia indifferenti.
David Lynch una volta ha detto che la prima volta che ti ha visto, gli sei sembrata un’aliena, l’aliena più sensuale che avesse mai incontrato. Ti eri mai sentita così?
So che quando vedo le immagini della galassia, con le sue spirali viola iridescenti, ho l’opprimente sensazione di “casa”. Anche quando visualizzo l’amore incondizionato o ritorno al mio “luogo felice”, ha le stesse spirali viola. Sono una sognatrice e una mistica con una grande immaginazione, e credo fermamente nella vita oltre questo pianeta. Pensare alla vita aliena per me è piuttosto confortante. Quando David ha detto questo di me alla stampa, l’ho vissuto come il più meraviglioso dei complimenti. Non avrei mai pensato che un’altra persona, con una diversa sensibilità, potesse vedermi in quel modo oltre me.
Cosa si prova a essere una musa?
È un concetto piuttosto astratto. Nella mia mente ispira la creatività e accende l’ispirazione. Queste cose sono sfuggenti ed eteree. Avere una musa è avere a che fare con la chimica. Se ti senti a tuo agio, se senti un profondo senso di pace quando ti trovi con una persona, le idee possono avere un terreno fertile dal quale emergere. Al contrario, la musa può essere un’amante, o qualcuno che ti ha maltrattato e confuso. Anche in questo senso può essere creativo e stimolante! Alla fine, un artista non è tale senza idee e creatività che scorrono, quindi essere la musa di qualcuno può portare a una dinamica veramente potente.
Tu e David Lynch siete collaboratori, sia nella musica che nel nuovo Twin Peaks, in cui tu hai recitato. Puoi dirci qualcosa a riguardo?
Non sono in grado di rivelare neanche il più piccolo dettaglio. La segretezza, oltre a far parte del contratto è anche il volere di David e io rispetto il suo desiderio. Capisco il motivo per il quale vuole rimanere il più a lungo possibile misterioso a riguardo, oggigiorno ci sono così poche sorprese. Spero che i segreti di Twin Peaks non siano rivelati fino a quando semplicemente la curiosità non possa essere più tollerata.
È facile lavorare con David Lynch come regista?
David come regista e come amico è semplice, ti incoraggia, è divertente e insieme compassionevole. È premuroso ed estremamente efficace nel farti entrare nel suo mondo. Non l’ho mai visto perdere la calma.
Cosa puoi dirci del tuo nuovo album che uscirà nel 2017, prodotto da John Parish, che vedrà come ospiti membri dei Portishead e dei Sunn O)))?
Il nuovo album segna una nuova direzione, ma non sarà così lontano da quella che abbiamo tracciato insieme io e David (Lynch), così i miei fan non si sentiranno abbandonati. Volevo lavorare con qualcuno di cui avevo una grande fiducia, che avesse capito dove sono io come artista. Sia David che John hanno un acuto senso di preservazione dell’integrità di una canzone, non vogliono iper produrre né aggiungere agenti estranei al pezzo. Sia Adrian Utley dei Portishead che Stephen O’Malley dei Sunn O))) sono musicisti coi quali ho avuto a che fare in tour e con cui volevo collaborare. Adrian è molto vicino a John Parish e in studio ci siamo sentiti liberi di invitare chiunque volessimo. È successo tutto in modo organico, anche se i musicisti suonavano generi molto diversi, si sono adattati perfettamente al mondo che avevamo creato.
Chi ha avuto l’idea per il tuo ultimo video, Night Ride, che sembra ispirato agli horror trucidi di serie b? È stato divertente interpretare quel ruolo?
È stata un’idea del regista e montatore Joseph Skorman. Ha decisamente un tocco di grindhouse, dell’orrore a basso costo e mi sono molto divertita perché è un genere di personaggio che non esploro spesso. È stato molto piacevole recitare per qualcuno con una visione molto più oscura rispetto alla mia parte eterea e sensuale, che mi viene naturale.