Musica

I migliori album della settimana

Guè Pequeno – Fastlife 4

L’intro quasi cinematografico mette fin da subito in chiaro le cose, sciorinando i grandi nomi del rap americano come fossero attori ai titoli di coda in un gangster movie di Scorsese. Ogni canzone è stata registrata in un solo tape per render ancora più esplicito il concetto della vita veloce, e ad essere sinceri, quando si parla di velocità, pochi MC possono competere col Guercio. Non parliamo di extrabeat, come per i più grandi registi, il talento di Guè Pequeno non sta nella rapidità delle gambe ma in quella del pensiero, nella sua abilità nel leggere la realtà con una frazione di anticipo per gettarsi a capofitto su ogni nuova corrente, perpetrando la “zarroganza” che non ha mai perso dai tempi dei Club Dogo, e mutandone di anno in anno (di Fastlife in Fastlife) la forma come il colore di un cappotto. Questa istrionicità trova evidentemente il suo habitat naturale nel contesto libero ed eterogeneo di un mixtape cui abbondanza di ospiti e produttori offre diverse soluzioni per quanto riguarda sound e flow. Guè Pequeno, ancora una volta, non si è piegato alle mode ma le ha fatte sue.

Marco Beltramelli

Brockhampton Roadrunner: new light, new machine

Nel mio modo irregolare di ascoltare l’hip-hop statunitense i Brockhampton sono sempre stati il faro illuminante. Passati dalla folgorante trilogia di Saturation, i ragazzi texani non solo sono cresciuti, ma hanno probabilmente sfornato il loro miglior disco. ROADRUNNER: NEW LIGHT, NEW MACHINE contiene tutto ciò che di buono sanno fare i Brockhampton, musicalmente proiettati nell’ibridazione del pop figlia di Kanye, e in un particolare stato di grazia nella stesura delle liriche. Qualsiasi rapper italiano dovrebbe passare da questo disco per capire come togliersi una buona volta dalla pigrizia dell’autocompiacimento. L’hip-hop di Kevin Abstract &co è inserito nel nostro tempo e parla di cose vere, delle violenze istituzionali degli Stati Uniti, affronta traumi personali – l’elaborazione del lutto da parte di Joba è un doppio colpo al cuore devastante – e risuona di una collettività rara per un panorama musicale sempre più involuto ed individualista. Con questo gioiello i Brockhampton non fanno altro che darci un’altra lezione di vero rap.

Gabriele Vollaro

Yoshinori Hayashi Pulse of Defiance

Pulse of Defiance di Yoshinori Hayashi è una vera e propria esplosione di suoni, una specie di deflagrazione stile “Alkira” in cui un milione di stili collidono nel ristretto spazio di un pezzo solo, come ad esempio accade in Make up One’s Mind. Sicuramente non si tratta di un ascolto semplice, Yoshinori Hayashi vi metterà costantemente alla prova. Però in fondo che bello trovare un’elettronica di questo tipo, che non teme il confronto e anzi ama dialogare con il jazz facendosi un baffo delle distinzioni di genere. Noi di Dailybest siamo contrari alle distinzioni tra esseri umani, figuriamoci in musica!

Mattia Nesto

Dailybest

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