Musica

Ha ancora senso passare il sabato sera ad ascoltare indie rock?

Il sabato sera è ancora fatto per l’indie rock? Penso proprio di sì, specie quando suonano i Demob Happy e Al Costelloe.

Un’immagine che pare essere uscita dal 2004 e invece sono i Demob Happy nel 2004: miracoli dell’indie rock

In fondo c’è stato un periodo in cui ogni sabato, ma anche mercoledì, giovedì e venerdì si passava la serata baloccandosi in concertini (più o meno -ini) a base di, sostanzialmente, indie-rock. Era quella stagione che è partita, grosso modo, intorno al 2004 e poi ad un certo punto, quando l’it-pop pareva essere non tanto la musica del futuro quanto quella del presente (o al massimo di un futuro prossimo) iniziando via via a prendersi sempre più palchi, quindi a diventare imperante in radio e nelle classifiche Spotify sino a implodere qualche anno fa. Ecco allora che a più di vent’anni da quel “bang” un sabato sera sono andato a sentire dell’indie-rock in un circolo, proprio come se fosse il 2004. L’occasione era particolarmente ghiotta, visto che dopo una “serie di sfortunati eventi” per citare i grandi classici, i Demob Happy suonavano in Arci Bellezza, il glorioso circolo Arci di Milano Sud, vero e proprio baluardo dei concertini. Di quelli però. Per altro ad aprire ad aprire la band di Newcastle c’era Al Costelloe, una cantautrice veramente molto interessante. Insomma pareva proprio brutto perdere quest’occasione, no?

Al netto della “stagione del Covid”, l’ultima estate anche in Italia è stata contraddistinta da mega-eventi di star della musica, internazionale o nazionale, che hanno registrato un sold-out monstre dopo l’altro, in posti sempre più grandi, sempre più affollati, sempre più pieni di gente, da San Siro al Circo Massimo, per intenderci. Ecco allora che ritrovarsi in un piccolo club, anzi ancora meglio un circolo Arci, con il suo bravo palchettino e una capienza di quanto, un centinaio di spettatori forse ha fatto uno strano effetto: ma un bell’effetto. Anche grazie all’indie rock dei Demob Happy che, letteralmente, hanno incendiato il palco. E la cosa bella, oltre che il concerto, fighissimo, è stato vedere/ vivere la reazione del pubblico. Un pubblico, per altro, composto in larga misure da ragazze, giovani e super emozionate per l’indie-rock: ragazze magari nate tra il 2003 e il 2004, quindi esattamente vent’anni fa, proprio l’epoca del “bang” di cui sopra.

Insomma era la fine di settembre del 2023, quasi inizio ottobre e pareva di essere nel 2003: vent’anni in un secondo, un miracolo che solo l’indie rock, da un certo punto di vista può fare. Alla fine, felice e contento, il pubblico si è guardato negli occhi e ha alzato lo sguardo: sopra le teste dei presenti si era formato una sorta di nuvoletta, una “bolla” composta in larga parte dalla condensa composta dai corpi, dalle braccia, dai corpi che seguivano le vibrazioni dell’indie rock. E sapete cosa: non è stata una roba schifosa, anzi, è stata proprio figa. Ecco perché schiodarsi dalla poltrona, spegnere la console (nonostante Baldur’s Gate III) e muovere i piedini verso l’Arci Bellezza è, a prescindere, la decisione giusta. Anche in una sabato sera random di fine settembre/inizio ottobre.

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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Mattia Nesto

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