Libri
di Mattia Nesto 22 Dicembre 2016

LIBRI FIGHI | Zero K, di Don DeLillo

Vita pulsante, morte gelida, ricordi e sconfitte, amori e umori di un presente troppo squallido per essere vero, prosa, dialoghi caotici. Zero K di Don DeLillo è questo e molto altro

zero k delillo recensione

LIBRI FIGHI scritto così, in capslock, è una rubrica che esce ogni giovedì su Dailybest, ma magari più spesso, chissà. Cosa ci mettiamo in questa rubrica? Lo dice il nome, si spiega da sola.Non solo nuove uscite però, anche classici o meraviglie sconosciute. Hai un LIBRO FIGO che ti piace tanto, che è importante, che pensi dovremmo leggere tutti e vuoi spiegarci perché? Che bello: sono 2500 caratteri spazi inclusi.

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Vi è mai capitato di guardare dritto il Sole nel tardo pomeriggio, una palla rossa che si vede scomparire al di sotto della linea dell’orizzonte? Ecco, come vi sentite in quel momento? Felici oppure tristi? Malinconici oppure gioiosi, pieni di vita o con la mente che vaga verso ricordi & fantasmi?

Questo oscillare di sensazioni è, in buona sostanza, il nucleo pulsante (che pulsa ad un ritmo abbastanza preciso, più Bergschrund di Dj Shadow che Jean Michel Jarre in Oxygène per dire) di Zero K, il nuovo, formidabile, libro di Don DeLillo. Ma perché “formidabile”?

Perché in Zero K c’è dentro tutto, proprio come accade dentro noi quando stiamo lì a fissare il sole che tramonta all’orizzonte: c’è vita pulsante, morte gelida, ci sono ricordi e sconfitte, amori e umori di un presente troppo squallido per essere vero, prosa lirica, dialoghi caotici, c’è la fantascienza di un film che non scorderemo e la levità di una commedia sofisticata, ci siamo dentro noi, insomma, esseri umani non-umani di questo tempo.

La storia è grosso modo questa: Jeffrey Lockhart si trova catapultato, suo malgrado, ad assistere alla “morte programmata tecnologicamente” di suo padre, Ross, un tycoon miliardiario, e della sua giovane amante, Artis Martineau (uno dei più bei nomi di personaggio della letteratura contemporanea). Una trama ossuta, ma non minimale.

Questo libro, edito da Einaudi nella traduzione di Federica Aceto, è una corrente elettrica diffusa, una connessione wi-fi perfetta e avviluppante che non potrà piantare di seguirvi, anche in bagno. Scrive giustamente Giuseppe Genna nel suo articolo “Don’t DeLillo“: “Zero K fa culminare in un ultrasuono ciò che veniva modulato in una serie di “romanzi” inaugurata con The Body Artist e continuata con Cosmopolis e Point Omega (…), libri controversi per via di interpretazioni contemporanee del tutto fuori fuoco e paragonabili a quelle che qualunque contemporaneità ha prodotto”.

Perciò portatevi dietro il libro di DeLillo la prossima volta che, usciti dieci minuti prima dal lavoro, vi troverete faccia a faccia con il sole. Vedrete che leggendolo scoprirete il senso ultimo di una delle più belle parole della lingua italiana, “lucore”: una luminosità tenue e diffusa, proprio come la nostra vita che inizia dal buio e trascolora nella luce. E nella luce.

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