“Ciò che staccava Mario, ogni gioco di Mario, dalla concorrenza, e ciò che ha reso lui un’icona e Miyamoto uno degli araldi del game design moderno, era la sua capacità di suggerire al giocatore un mondo, non solo un gioco o un livello”. Se non vi siete emozionati nel leggere queste poche righe di Vivere mille vite di Lorenzo Fantoni, pubblicato da effequ, probabilmente o non avete un cuore o siete qualche politico nemico dei videogiochi.
Scherzi a parte, il libro di Fantoni, giornalista videoludico di riferimento e vero e proprio animatore del sito N3rdcore (oggi approdato anche su Twitch), è una vera delizia per appassionati e non del settore. Al di là delle considerazioni scontate su quanto per comprendere il mondo contemporaneo bisogni informarsi anche sui videogiochi, il libro di Lorenzo Fantoni è bello per almeno tre motivi che nulla hanno a che fare con il gaming.
Motivo numero uno: è scritto veramente bene. Non bene nel senso scolastico del termine, ma in chiave emotiva e sentimentale. Infatti nelle sue pagine Fantoni inserisce non soltanto aneddoti personali (di questo parleremo dopo) ma, con grande eleganza e leggerezza, costruisce una storia delle forme di intrattenimento digitali da, circa, centotrenta anni a oggi. Quindi anche dal punto di vista storico è un libro valente perché riesce a insegnarti qualcosa senza apparire borioso, spocchioso o, peggio, scolastico. Se potessimo dare un consiglio al casting de Il Collegio versione anni Duemila, vedremmo bene Lorenzo Fantoni nei panni del professore di Informatica.
Motivo numero due: questo libro è una biografia, è anche una biografia, con momenti che sono chiaramente anche molto nostalgici ma dove si tiene sempre la barra a dritta. Infatti il gioco della memoria, l’evocazione del “momento madeleine” insomma è sempre funzionale a un discorso un po’ più ampio. Se infatti si parla di quella data console sperimentale e che, nonostante fosse per l’epoca un prodigio della tecnica, ebbe uno scarso successo commerciale (sì, Dreamcast, sto parlando con te) ecco che Lorenzo utilizza il viatico della propria memoria per avvicinare il lettore, per renderlo partecipe di un momento storico importante senza però trascurare, in questo andare indietro nel tempo, i dati tecnici del device in questione.
Terzo e ultimo punto: questo è un libro a mondo aperto. Abbiamo rubato la definizione direttamente all’autore, che ci scuserà, ma la troviamo davvero calzante. Esattamente come in un dungeon crowler, Vivere mille vite pubblicato da effequ è un libro che ti permette di andare in diverse direzioni. I capitoli sono costruiti per essere letti sia nell’ordine dato, sia a piacimento: per tema, per “blocchi narrativi” o, perché no, partendo dai videogiochi che più ci piacciono.
Addentrandoci nelle pagine del volume ci siamo sentiti un po’ come quando abbiamo mosso i primi passi nel Nexus in Demon’s Souls (a proposito, avete visto che bomba il remake per PS5?): potevamo andare nella direzione che volevamo, toccando l’arcipietra giusta. Ogni azione aveva una conseguenza e ogni bivio che sceglievamo di intraprendere poteva darci o un gustoso premio o una morte prematura.
Qui non ci sono rischi: qualunque direzione si pigli, il panorama è sempre mozzafiato. E se non siete fan dei souls fate conto che questo libro è come The Legend of Zelda: The Wind Waker: il nostro consiglio è di lasciarvi trasportare nel vento e immergervi nei flussi del racconto.
Vivere mille vite – Lorenzo Fantoni
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