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Tornare a comprare Dylan Dog. Il suo futuro spiegato da Roberto Recchioni

I lettori meno attenti sui social si saranno certo resi conto quando sia tornato di moda Dylan Dog in questi ultimi tempi. L’Indagatore dell’Incubo creato nel 1986 da Tiziano Sclavi, dopo un periodo di stallo e di stagnazione è stato rivitalizzato dalla cura di Roberto Recchioni, che dal numero 337 dell’ottobre 2014 è il curatore del personaggio.

Molti di voi ricordano il Dylan della loro giovinezza, quello de “Il lungo addio”, di “Johnny Freak”, di “Attraverso lo specchio” o di “Golconda” e altrettanti hanno abbandonato il personaggio crescendo, ragion per cui Dylan deve evolvere e trovare il suo nuovo pubblico, mantenendo quello (esigentissimo) che già lo segue da trent’anni. Un equilibrio all’apparenza molto difficile.

Nell’epoca della retromania, del remake e della glorificazione degli anni 80 e 90, Dylan, assoluto protagonista di quel tempo, non poteva che tornare a far parlare di sé, il punto semmai è capire come rinnovarlo, perché non sia un semplice fuoco di paglia per nostalgici della propria adolescenza.

In “Spazio Profondo”, il numero della “fase due” del personaggio, già si capisce bene quale sarà la direzione che Recchioni darà al personaggio: esplorare tutte le sue anime. A quasi un anno da quel numero, in occasione del Crime City Comics di Castiglione dei Pepoli, durante una conferenza stampa, Recchioni spiega il futuro di Dylan:

“Lavoro con un forte progettualità in mente, quindi la prima cosa che ho fatto è stata quella di dare una ragion d’essere a tutte le testate che fanno parte dell’universo Dylan, che si somigliavano un po’ troppo. Ho tentato di isolare alcuni elementi peculiari dei vari Dylan, delle sue tante anime per creare un caos ordinato. Quindi oltre alla serie regolare degli albi mensili ci sono l’Oldboy, le storie del Dylan di tre anni fa, quello che non ha mai fatto l’upgrade, lo Speciale che sarà dedicato alla serie “Il pianeta dei morti” di Alessandro Bilotta, in cui Dylan è 50enne e sopravvive in un mondo distopico popolato da zombie e da immemori, in cui deve fronteggiar i propri ricordi e i propri sensi di colpa.

Poi il Color Fest che è la nostra testata più sperimentale, che cambierà di nuovo prossimamente e le riedizioni in stile albo Marvel delle storie a colori in collaborazione con la Gazzetta dello Sport, albi di 32 pagine che ogni tanto presenteranno delle sorprese, dei remake delle storie più amate di Dylan Dog.”

 

“Con la serie regolare stiamo sempre cercando il giusto tempo, per dirla come nel film “Whiplash”. Però sta andando bene, è il primo anno dopo un bel po’ in cui la testata segna un + sulle vendite e, cosa da non disprezzare, è tornata ad avere i cloni trash, che sono la cartina tornasole del successo.”

“Tra le curiosità dei prossimi numeri, uno di Barbara Baraldi e Nicola Mari in cui Dylan ha circa 20 anni e suona il basso in un gruppo punk, col jack staccato perché proprio non sa suonare, un albo di Paola Barbato e Bruno Brindisi, che sarà quello più spalare degli ultimi 10 anni, il numero 350, commemorativo a colori di Carlo Ambrosini in cui l’ispettore Bloch si innamorerà di una ragazza tanto più giovane di lui e poi dritti fino al 30ennale, la prima storia di Dylan con colori pittorici, mia e di Gigi Cavenago, che racconta l’incontro tra le due Madri, Morgana e Morbi. Esordiranno anche alcuni disegnatori sulla serie regolare: Ratigher, Tanzillo, Ripoli e De Tommaso tra gli altri.”

 

“Durante la fase tre, che vedrete in edicola tra minimo due anni, gli albi avranno una certa continuità, le storie saranno più legate insieme. Il mio auspicio è che ogni autore di Dylan trovi la sua sottotrama, il suo universo da utilizzare ogni volta che scriva per la testata.”

“Quindi dovremo aspettarci una Royal Rumbe finale tra i vari Dylan Dog?”
Recchioni: (ride) “Non posso parlare…”

Se avevate smesso di comprare Dylan Dog quando siete cresciuti, sembra proprio che stavolta lui sia cresciuto con voi.

[tutte le immagini © Sergio Bonelli Editore]

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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