Sweet Home di Carnby Kim e Youngchan Hwang è il webcomic coreano campione d’incassi che ci assicurerà un’estate da brividi.
Diciamo che dal punto di vista strettamente della sceneggiatura Sweet Home di Carnby Kim e Youngchan Hwang non di segnalava, certamente, per originalità. Infatti il protagonista, Cha Hyeonsu, diciottenne che per via di un trauma vive ormai da auto-recluso sempre in casa, perde la famiglia in un incidente e si ritrova, suo malgrado, a dover vivere da solo. Oltre a questo fatto è obbligato a trasferirsi in un’altra casa, un anonimo appartamento di un anonimo palazzo di periferia. Qui egli farà come prima cosa la conoscenza di alcuni condomini, tra cui un portinaio in là con gli anni, una vicina di casa aspirante idol, un’altra ragazza che suona il basso e un nerboruto quanto misterioso inquilino che alcuni chiamano “signor gangster”.
Eppure le traversie per Cha Hyeonsu e per i condomini, oltre che per l’intera umanità, sono appena cominciate. Con eleganza, infatti, ma anche in maniera molto classica, Sweet Home ci presenta l’affiorare, via via sempre più inquietante e manifesto, dei primissimi simboli del fenomeno della mostrizzazione. Prima la persione affetta da questo morbo perderà sangue dal naso e dai pori della pelle, quindi svilupperà un grandissimo appetito, poi degli istinti omicida e, infine, si trasformerà in una creatura mostruosa affamata di sangue. Quest’impostazione del racconto, una specie di rivisitazione dell’invasione zombie, sinceramente non mi ha fatto gridare al miracolo: almeno nel primo volume pubblicato da Star Comics, soprattutto all’inizio, quasi ogni svolta narrativa era legata a personaggi e situazioni abbastanza stereotipate. Eppure, riflettendo proprio la natura di racconto web a puntate dello stesso, Sweet Home ha iniziato a ingranare verso la metà, tenendomi sempre più con il fiato sospeso.
Il manwha consterà di dodici volumi e questo primo, che si chiude con una tensione in crescendo e un senso di ansia sempre più forte, mi ha intrigato. Il disegno, seppure troppe volte utilizzi tecniche legate alla serializzazioni web (come il blur dell’immagine per significare un movimento brusco) che su carta rendono poco, è elegante e chiaro (oltre che ogni tanto veramente molto horror, toccando vertici che non avrei mai pensato). Nonostante un avvio che giudico troppo macchinoso e legato a meccanismi narrativi un po’ superati, Sweet Home ha via via destato sempre un interesse maggiore. Come si può leggere sul sito di Star Comics, infatti, “Ogni pagina trasuda mistero e svela nuovi colpi di scena, senza tralasciare scene truculente cariche di pathos. A completare e arricchire il tutto, una forte carica emotiva, che emerge dal racconto e dai disegni dei due autori“. Un condominio isolato da un mondo che brucia con i mostri fuori e dentro: niente male per un’estate da brivido no?