Libri
di Gabriele Vollaro 23 Marzo 2021

Socrates: breve racconto per avvicinarsi alla vita del “Doutor”

L’immortalità della rivolta, graphic novel edita da Becco Giallo, racconte le mirabolanti vicende di Socrates, emblema del calcio brasiliano e grande leader politico

Socrates. L’immortalità della rivolta edita da Becco Giallo – è una graphic novel sceneggiata da Marco Gnaccolini e illustrata da Cosimo Miorelli. Si tratta di un breve racconto utile per avvicinarsi alla vita di Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, vera e propria leggenda del calcio brasiliano tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, capitano di una delle nazionali più forti di sempre e protagonista di quello stile di gioco definito non a caso futebol bailado, un perenne samba con la palla al piede. Ma il “Doutor” non era solo questo.

La copertina del volume  La copertina del volume

Il racconto inizia abbastanza prevedibilmente con la fine. Siamo nel 2011, Socrates è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Albert Einstein di San Paolo. Una prostituta impegnata con un cliente sente la notizia dall’autoradio della macchina e non può fare a meno di fermarsi, colpita da quello che ha appena ascoltato. Dopo questo preambolo, attraverso un’alternanza tra passato e presente, seguiamo parallelamente i fatti biografici salienti e gli istanti precedenti la morte del “Doutor”. La narrazione è volutamente disomogenea, quasi a voler riprodurre la forma dei ricordi frammentari, anche se talvolta pare poco equilibrata per quanto riguarda l’importanza che dà agli eventi raccontati.

Riusciamo a farci una giusta idea degli anni della giovinezza di Socrates e dei suoi sogni di vita, divisi tra il calcio e la laurea in medicina, da qui il suo eloquente soprannome. Grazie a un gioco di simbolismi degli autori riusciamo a entrare bene nell’atmosfera di terrore che si respirava in Brasile negli anni della dittatura militare dei Gorillas (1964-1985): i roghi dei libri proibiti, gli studenti universitari torturati durante i moti di protesta, il mondo del calcio mai politicamente neutro ma quasi sempre asservito al regime.

Una manifestazione di studenti contro il regime brasiliano – Fundo Correio da Manhã.via Wikipedia es.wikipedia.org Una manifestazione di studenti contro il regime brasiliano – Fundo Correio da Manhã.via Wikipedia

Fin dall’inizio della propria carriera Socrates sapeva di essere un giocatore atipico, più preoccupato di diventare un buon medico che un buon calciatore. Rivendicava il fatto che fosse normale avere altri interessi fuori dal campo -e questo non gli venne mai perdonato, soprattutto durante la sua breve permanenza alla Fiorentina nella stagione 1984/85- in una serie bellissima di pagine a metà del racconto lo vediamo dialogare con la madre: sta per partire per San Paolo, la metropoli caotica che ti inghiotte in un attimo, ma ci tiene a rassicurarla che coi soldi dello stipendio che otterrà al Botafogo pagherà le rette universitarie.

C’è però un appuntamento che la graphic novel calca con minor forza, e si tratta dell’esperienza di svolta avuta al Corinthians. Dopo i giudizi molto aspri ricevuti dai tifosi della squadra, che lo ritenevano reo di non sentirsi abbastanza attaccato alla maglia che indossava, Socrates capì di dover iniziare a far sognare i supportes, a dar loro una speranza reale, perchè in Brasile il futebol ha senso soltanto nella sua forza sociale di liberazione. Cominciò a tirare la società per portarla a schierarsi politicamente a sinistra, contro il nazionalismo di un regime che ormai si stava indebolendo, negli anni del crepuscolo della presidenza di Figueiredo. Nacque così la Democracia Corinthiana, una forma di organizzazione anti-gerarchica della società. Le decisioni venivano prese da tutto l’organico del personale, dal presidente ai giocatori, fino ai magazzinieri. In poche parole autogestione.

Socrates alla Fiorentina it.wikipedia.org Socrates alla Fiorentina

Non mancarono gli scontri nel gruppo squadra, tra i fautori della nuova organizzazione e i comodi sostenitori dei Gorillas, ma il Corinthians in quegli anni ritrovò davvero le proprie origini, quelle popolari e operaie che avevano mosso i fondatori nel 1910.  Sebbene non vadano troppo in profondità nel racconto di quello che rese Socrates una figura unica nella storia del calcio mondiale, gli autori riescono ad accennare ai due scudetti consecutivi vinti dalla formazione del mister Travaglini, dando a questo evento storico il suo enorme peso politico. Infine decidono di ridurre a una breve carrellata la seconda parte della carriera del Doutor, dal doppio fallimento ai mondiali dell’82 e dell’86, all’esperienza italiana, al ritiro avvenuto nel 1989.

L’opera di Gnaccolini e Miorelli è certamente un tributo sentito, un omaggio doveroso all’icona che fu Socrates, scomparso esattamente dieci anni fa. La passione è palpabile nelle scelte grafiche, nei contrasti cromatici che danno ai disegni una carica espressiva degna del soggetto raccontato. A volte rischia di perdersi, per quel disequilibrio narrativo di cui sopra, i cambi di registro linguistici dei diversi personaggi invece, sebbene poco giustificati, sono sempre apprezzabili. Lungi dal pretendere di dare un’idea esatta e completa della vita di Socrates, una lettura molto piacevole, curiosa e capace di mostrare un lato diverso dello sport più giocato al mondo.

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