LIBRI FIGHI scritto così, in capslock, è una rubrica che esce ogni giovedì su Dailybest, ma magari più spesso, chissà. Cosa ci mettiamo in questa rubrica? Lo dice il nome, si spiega da sola.
Non solo nuove uscite però, anche classici o meraviglie sconosciute.
Hai un LIBRO FIGO che ti piace tanto, che è importante, che pensi dovremmo leggere tutti e vuoi spiegarci perché? Che bello: sono 2500 caratteri spazi inclusi. Scrivici a info@dailybest.it, oppure sulla nostra pagina Facebook.
Il Paradiso è adesso, e il Paradiso sono gli altri. Il Paradiso sono gli altri a cui vogliamo bene, che ci stanno intorno malgrado tutto, o a cui noi stiamo intorno malgrado tutto, questa è la verità. Dovendo riassumere cosa vuole dirci Gianluigi Ricuperati in La scomparsa di me, alla base per me c’è questa semplice constatazione, il Paradiso sono gli altri.
Di che parla La scomparsa di me? È la storia di un fallito di successo, come siamo tutti – siamo tutti i più poveri dei ricchi, i più ricchi dei poveri, così via – che perde la vita in un incidente motociclistico. Muore.
Ma non muore del tutto, anzi. Non muore nel senso pieno del termine, non diventa tutto buio, si chiudono gli occhi, e finisce tutto così. Da lì invece per il protagonista comincia una post-vita, dove per un anno si incarnerà in differenti persone, circa una al giorno, all’eterna ricerca della figlia Ada.
La scomparsa di me scrive Il Libraio “È anche una paradossale dichiarazione d’amore per la vita, enunciata e resa evidente attraverso la moltiplicazione aritmetica dell’esistenza psichica, fino alla definitiva scomparsa di sé”.
È un romanzo piacevole da leggere quello di Ricuperati, anche perché dà l’idea che l’autore abbia sublimato il cupio dissolvi – il desiderio di autodistruzione e di annullamento che è la fragilità più enorme dell’occidente degli ultimi trent’anni – in una specie di favola personale, e viva dio quanto ce n’è bisogno.
Scrive Mattia Nesto su Critica Letteraria a proposito dei “salti” del protagonista de La scomparsa di me nelle anime dei vivi che “questi continui “inabissarsi negli altri” vengono descritti da Ricuperati al contempo in modo sfumato e preciso, in un balletto tra dimensione onirica/spiritualistica e dimensione fisica/scientifica di grande eleganza. Il protagonista infatti entra dentro persone o che conosce profondamente o che ha anche incontrato una sola volta, ma che, in qualche misura, sono entrate nelle sua orbita biografica. Ed è così che lo seguiamo in queste trasmutazioni del corpo ma non dell’anima, dalle sette del mattino fino alla mezzanotte, proprio come un incantesimo o una maledizione delle favole”.
Nato a Torino nel 1977, Gianluigi Ricuperati dirige la Domus Academy, scrive su La Repubblica, Rivista Studio, IL. Nel 2011 è uscito il suo primo romanzo – con uno dei titoli migliori degli ultimi anni – Il mio impero è nell’aria, cui è seguito La produzione di meraviglia e oggi La scomparsa di me. È una di quelle persone che ti chiedi sempre come e dove trovino il tempo di fare tutto e di farlo bene.