Neon Brothers è un inno all’amicizia che mescola la narrazione tipica delle serie tv che amiamo (da Stranger Things in poi), con il gusto ultrapop per le frasi ad effetto dei fumetti Marvel senza dimenticare un chiaro e sincero omaggio alle dinamiche dei combattimenti shonen-manga e alla progressione a livelli tipiche dei videogiochi anni Novanta. Bisogna iniziare così, mettendo tutta questa carne al fuoco, per parlare di Neon Brothers, l’albo d’esordio nel mondo fumetti di Alice Berti pubblicato da Bao Publishing, perché le citazioni care alla geek-culture sono numerose, chiare e limpide come il sole e sempre gustose. Certo, questo è un esordio, è quindi la sensazione di una certa lieve furia nel volere infilarci più cose possibili dentro la trama c’è, ma c”è anche una bella storia, disegnata con un tratto particolare e con dei personaggi caratterizzati alla perfezione. Ma approfondiamo un po’ il discorso.
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La storia è ambientata in una Gran Bretagna dove la Brexit non solo è un dato di fatto ma è storia, quasi antica. In una società piena di contraddizioni e divisione in classi, se non in veri e propri ghetti, si muovono : Nikolaj, Wakaba, Lavanda, Murray e Dom. Ognuno di essi, come dicevamo anche prima, ha personalità e specificità ben differenti. Nikolaj è, fondamentalmente, un nichilista, che ha completamente perso la capacità di sognare qualcosa di più per la propria vita, che infatti è priva di senso. Wakaba è una giovanissima ragazza animata da una furia cieca e da una paura totale nel crescere. Lavanda invece è un giovane medico che ha perso, completamente, la fiducia nella società e si è quindi rifatta una vita in una delle tante bande che si sfidano nei bassifondi di Londra per la gioia della Federazione. Murray e Dom sono due amici inseparabile che lavorano nella grande editoria ma che in fondo questa loro professione in cui stroncano i veri talenti e scrivono per dei personaggi famosi che invece ne sono totalmente prive.
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Lo stile è molto cartoonesco, colorato e dai tratti anche simpatici ma la storia non è una storia da prendere a cuor leggero. Quello che ci ha davvero impressionato di Alice Berti è il suo lavoro a livello di sceneggiatura e scrittura. Ci sono dei turning-points prevedibili all’interno di Neon Brothers ma, soprattutto verso il finale, si rimane sorpresi e ci sono degli snodi della trama che lasciano veramente a bocca aperta. A funzionare benissimo è anche il ragionamento secondo il quale nonostante la società faccia schifo (quella del fumetto, vero, ma che attraverso cui senza troppa difficoltà si può intravedere la nostra) se ti scegli dei buoni amici ecco che, per citare uno dei passaggi più intensi della storia, visto che è dall’amore che nasci se sei abbastanza fortunato te ne vai con l’amore di chi ti ama.
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Quindi in un momento come questo nel quale, per forza di cose, si deve stare a distanza di sicurezza da tanti dei propri affetti, leggere Neon Brothers ha davvero un effetto terapeutico e filosofico: da un lato, infatti, ci fa venire voglia di prendere il telefono e di chiamare quell’amico che si è trasferito lontano e che non vediamo da tempo e, dall’altro, ci fa comprendere, una volta di più, come la vita sia anche e soprattutto composta da quella serie di infiniti nodi e più o meno inestricabili ganci che formano la nostra catena di affetti e conoscenze.
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Come ultima cosa, che c’entra e non c’entra con Neon Brothers, ricordiamo che Alice Berti con il suo disegno ha proprio immortalato, meglio di chiunque altro come, mai come adesso, bisogna stare vicini e sostenere chi fa cultura nel nostro Paese. Che suoni, scriva o faccia teatro non importa, l’importante è averne cura.
Neon Brothers – Alice Berti
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