La presenza dei social network nella vita quotidiana è ormai una realtà imprescindibile per tutti, basta fare un giro in metropolitana. Lo è per gli adulti e lo è ancora di più per i ragazzi. Sempre più spesso lo è anche per i bambini. Essere sui social e costruire la propria immagine di sè, caricare foto, ricevere gratificazione dai like, sono processi che abbiamo sperimentato tutti. Ma è giusto che anche i bambini usino i social?
Il libro “Nasci, cresci e posta – I social network sono pieni di bambini, chi li protegge?” analizza il mondo dei social network mettendo al centro i bambini e adolescenti, e cercando di capire come proteggerli, perché oltre agli ovvi vantaggi dati dalla comodità e dalla potenza del mezzo tecnologico, bisogna sottolineare che ci sono parecchi problemi, giusto per citarne alcuni: possono venire attaccati e offesi, possono accedere a contenuti per adulti, si abituano a non parlare, non sviluppano empatia, possono costruire relazioni finte e così evitare ostacoli che prima o poi nella vita dovranno affrontare.
Tutto ciò il genitore non lo sa, forse lo intuisce, ma per un po’ di quiete in casa spesso gli lasciano fare, lo lasciano comodo sul divano o da solo in cameretta a giocare con le app senza sapere nulla di più.
Simone Cosimi e Alberto Rossetti, i due autori – spaziando dal giornalismo alla psicologia – spiegano i meccanismi e raccontano i “trucchi”, a cominciare dai regolamenti delle privacy policy, dove basta dichiarare un’età finta per entrare, spiegano i meccanismi di appagamento dei nostri figli e segnalano i pericoli e infine smascherano gli interessi commerciali delle aziende proprietarie dei network.
La soluzione per noi genitori è la più ovvia: educare, è la regola che vale nella vita virtuale come in quella vera. E’ necessario che i genitori, più consapevoli degli strumenti, affianchino i figli nell’uso dei social network e insieme capiscano quello che stanno facendo: li guidino nell’uso corretto, decidano insieme cosa scrivere, cosa postare, perché ormai s’è capito che non c’è più differenza tra reale e virtuale. Così come non lasciamo che nostro figlio di 10 anni esca da solo la sera, così è giusto non lasciarlo da solo nei social.
Infine, ci sono anche alcuni suggerimenti per chi è affetto da sharenting, cioè per chi è bulimico nel pubblicare le foto dei propri figli e su chi punta ad usare delle app spia per tenere sotto controllo la figlia adolescente.
“Produci, consuma, crepa” cantavano i CCCP un sacco di tempo fa, l’uomo incastrato nel mondo moderno e nel lavoro. “Nasci, cresci, posta” è la versione aggiornata per i bambini di oggi, anche essi incastrati in meccanismi più grandi.
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