Hamachi Yamada con Mikazuki March ci porta nel mondo delle marching band.
Il manga Mikazuki March di Hamachi Yamada è una di quelle letture che ti scalda il cuore. Il primo volume, di sei previsti, del racconto con protagonista la studentessa Mikazuki, alle prese con il suo ingresso nel mondo delle marching band, è, infatti, un ottimo esempio della potenza del medium espressivo manga in merito agli argomenti più disparati. Già perché, a conti fatti, la storia di una studentessa che, sopraffatta dalle troppe responsabilità della propria vita nella tentacolare Tokyo, decide di ritirarsi dai parenti in campagna e si innamora della tromba e della band del paese è un qualcosa che, almeno sulla carta, non è che proprio brilli per essere un racconto così incredibile. Eppure, e qui sta tutta la bravura di Yamada, via via che si prosegue nella lettura, si rimane avviluppati alle pagine di questo manga perché il racconto fila molto bene, è ben ritmato e si riesce a cogliere, in maniera chiara e poetica anche, l’evoluzione della nostra protagonista. Mikazuki è, diciamo così, il prototipi della classica studentessa giapponese, ovvero una persona devota alla famiglia, molto ubbidente e precisa che però, già in giovane età (come sottolineato poc’anzi) deve “sottostare” a tutta una serie di obblighi e pressioni che la stessa famiglia e la società le impone. Da qui la fuga verso un luogo ameno dell’infanzia: Mikazuki decide di partire perché, fondamentalmente, non ha un vero posto nel mondo o, per meglio dire, non vede uno scopo alla sua vita. Al di là di studiare, di ubbidire ai genitori e di comportarsi bene, qual è il suo talento?
Con grande dolcezza e levità vediamo sbocciare se non proprio il talento sicuramente la passione nei confronti della musica in Mikazuki March, per tutta una serie di fattori anche esterni. Senza ombra di dubbio il peso maggiore in quest’equazione è il fatto che la ragazza si senta abbastanza sola al mondo, e quindi ricerca la compagnia altrui, poi c’è anche l’interesse, forse infatuazione, per un ragazzo misterioso e affascinante che, guarda caso, suona la tromba anch’egli e poi, ultimo ma non ultimo fattore, il “toccare con mano” il fare parte di un organismo più grande, ovvero la banda, che si muove al tempo dell’arte, anzi della musica. Se in Blue Giant avevamo visto qualcosa di simile, qui vediamo un percorso di crescita che si snoda attraverso le note con la tromba da imparare (anche la nostra studentessa sceglierà la tromba) e i passi da imparare per il numero da farsi nella marching band della scuola della cittadina.
Grazie a un disegno molto curato e espressivo, anche ricco di ombreggiature non facili da trovare nei manga commerciali, questo racconto ha dei vertici di lirismo molto interessanti, con momenti che mi hanno ricordato da vicino le stesse “note” di Insomniac After School, proprio per il tono di “dolce passione” che si può percepire. Il primo volume, dei sei previsti, racconta già molto e si ferma un attimo prima di un momento molto importante nella vita, anzi “nella musica” di Mikazuki, che si troverà anche a fare i conti con la propria famiglia. Gli elementi condensati in questo manga, insomma, sono numerosi e tutti ben dosati, compresi dei primi piani davvero emozionante. Che bella scoperta che ha fatto Toshokan.