Se amate il trash, ma non vi bastano gli spezzoni di gaffe televisive o di interventi scomposti su YouTube e avete voglia di approfondire, il libro Mad in Italy di Gabriele Ferraresi è quello che fa per voi. Un viaggio che parte nel 1980 e culmina nel 2020, per quattro decenni di personaggi sopra le righe, genuinamente sbagliati e votati all’eternità. Eccone alcuni:
“Il Gabibbo che sfiora la top 10 dei singoli musicali più venduti. Gianfranco Funari candidato sindaco a Milano. Renato Pozzetto che gareggia nella Parigi-Dakar. Le televendite di Wanna Marchi e degli improbabili piazzisti di Telemarket. Monsignor Milingo che passa dal cantare a Sanremo allo sposarsi allo Yankee Stadium di New York. L’Uomo Gatto a Sarabanda. C’è un filo unico che collega queste immagini: un insieme di idiozia e genialità, cattivo gusto e spontaneità, ingenue velleità e spettacolari fallimenti, comportamenti immorali e manifestazioni grottesche, premesse drammatiche e risoluzioni comiche. In una parola, il trash.
Gabriele Ferraresi ripercorre questo filo lungo gli ultimi quarant’anni di vita del nostro paese: gli arroganti e spensierati anni ottanta, incarnati dai paninari e da Jerry Calà, da Luis Miguel e dalla guida alle discoteche d’Italia di Gianni De Michelis; i colorati anni novanta, con il karaoke in tv e Luke Perry che passa da Beverly Hills 90210 a Vacanze di Natale 95, ma anche con Nino D’Angelo che gira una parodia di Titanic in salsa neomelodica; i primi anni del nuovo millennio, che scorrono inquieti tra il ministro Calderoli che sfoggia una maglietta irriverente su Maometto provocando scontri armati in Libia e l’epica lite in diretta tra Antonio Zequila e Adriano Pappalardo; e infine lo spaventato e confuso decennio seguito a crisi economica e diffusione dei social, con il furto della salma di Mike Bongiorno e la webserie The Lady, la svolta mistica di Pippo Franco e il mistero delle nozze tra Pamela Prati e Mark Caltagirone.
Mad in Italy è un pellegrinaggio alla scoperta della parte più esposta e meno raccontata dell’anima italiana: il tentativo di ricostruire il puzzle dell’identità nazionale attraverso i suoi tasselli più assurdi e volgari, per cercare di capire che cosa di noi è rimasto immutato nel tempo e come invece siamo cambiati. Un bestiario del trash contemporaneo in cui, tra vip in declino e anonimi individui baciati per un momento dalla gloria, riconoscere il nostro volto più vero e imbarazzante”.
Gabriele Ferraresi (1982), giornalista e scrittore, è stato direttore responsabile di Sapiens e collabora con Esquire. Ha già pubblicato due libri: il romanzo L’uomo che riuscì a fottere un’intera nazione (2012) e il saggio Cortocircuito: come politica, social media e post-ironia ci hanno fottuto il cervello (2019). Per un certo periodo è stato anche editor di Dailybest, e le sue storie ci hanno fatto impazzire. Il libro uscirà il 18 giugno, ma abbiamo avuto la fortuna di leggerlo in anteprima e vi consigliamo di non farvelo scappare, potrebbe essere la lettura dell’estate.
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