Ambientato durante il Festival del Fumetto di Angoulême, L’ultimo Weekend Di Gennaio ragiona sull’amore maturo.
L’ultimo Weekend Di Gennaio di Bastien Vivès, pubblicato da Bao Publishing, è, al tempo stesso, un ottimo starter-point per chi dai fumetti si è tenuto lontano (oppure è molto tempo che non ne legge più) e un perfetto carburante per chi è da una vita che vive tra i baloon ma magari è un po’ digiuno di novità di rilievo. Già perché questo titolo è una specie di ode-non ode al mondo dei fumetti, non foss’altro che è ambientato al Festival Angoulême, la manifestazione, assieme alla “nostra” Lucca Comics&Games, più importante di categoria. Qui Bastien Vivès costruisce una storia semplice ma che raggiunge, praticamente subito un’intensità tale da avermi fatto ricordare una canzone di Battiato che iniziava così: “Es un sentimiento nuevo/ Che mi tiene alta la vita/ La passione nella gola/ L’eros che si fa parola“.
C’è un autore di chiara fama, impegnato in un difficile quanto stimolante lavoro legato ai massacri della Seconda Guerra Mondiale, che si trova, quasi come se fosse sospeso, appunto a partecipare alla kermesse fumettistica. In questa specie di non-luogo inizia a incontrare tutta una serie di professionisti del settore, amiche e amici che, giustappunto, in queste occasioni lavorative/mondane si riuniscono tutti nella città di Angoulême. Ma, ovviamente, la fiera non è popolata da fumettiste e fumettisti, ma è anche invasa da tante e tanti fan che affollano i vari stand e si mettono in fila per i più classici dei firmacopie.
Attraverso una narrazione mai a strappi ma molto morbida, Bastien Vivès mette in scena un incontro, più o meno fatale, tra un uomo e una donna che, seppur non siano “soli nel mondo” sono attanagliati da una sorta di senso di solitudine cosmico: c’è chi ha una vita già risolta ma che, proprio per questo motivo, necessità di una scarica di adrenalina, c’è chi, anche se ha raggiunto una certa posizione, non riesce ancora a sentirsi stabilmente “nel” mondo e c’è chi, poi, è giovane e scattante, ha tutta la vita davanti ma, magari, proprio per questo motivo ha un senso di ansia incalcolabile.
Se è vero come è vero, giusto per citare una delle frasi capitali dell’opera, che “i fumetti sono un tipo d’arte per ragazzi feriti”, questo L’ultimo Weekend Di Gennaio parla anche e soprattutto a noi e di noi. Una lettura, insomma, che vi consiglio, perché tratta, in modo molto “francese” un tipo di amore maturo che mi ha fatto venire un magnifico film che, guarda caso, proprio in questi giorni è arrivato in Italia: se vi è piaciuto/piace/piacerà il fumetto di Bastien Vivès adorerete anche Un beau matin. Credetemi.