Il manga Love pubblicato da Coconino è un capolavoro.
Love, il manga pubblicato da Coconino nella sua costante e meritoria opera di diffusione e conoscenza del genere gekiga in Italia, di Kamimura Kazuo e Nakajima Sadao è uno di quei volumi che, non appena lo si termina, non solo ti fa gridare con giusta ragione al capolavoro ma ti spinge a pensarci per tutto il giorno, settimane, mesi, forse anni a questa strana creatura. Già perché nella vicenda dell’amore nero e violento della protagonista, Hijiriko, si riflette il noto mito dell’amore platonico illustrato nel Simposio, fatto incontrare con il folklore e la stessa mitologia giapponese, popolata di demoni-amanti che si tramutano in bestie immonde per coronare il proprio incubo-sogno d’amore.
Un volume massiccio, da leggersi con un occhio storiografico se è vero come è vero che le vignette di Kamimura, le meravigliose vignette del manga sono state ideate per essere una sorta di storyboard per un futuro/possibile film. Già perché come si legge nella fondamentale postfazione al volume Coconino, questo manga del 1973 era stato in origine pubblicato su un la rivista che faceva della commistione delle arti il suo tratto distintivo, presentando storie che poi sarebbero dovute divenire dei film, dei live-action diremmo oggi. Il tramonto/tracollo di quel sogno è anche il tracollo e tramonto dell’amore dei nostri protagonisti, con questa storia di sentimenti malati e marci, eppure al tempo anche puri e assoluti, che scaturisce dai bassifondi della società, che vive tra persone umili se non infine, che prolifera lungo i margini delle grandi metropoli. Un amore povero, miserabile e, naturalmente, violento perché qui, come da regole, il nesso amore-violenza è assolutamente stretto e si autoalimenta. La protagonista, in fondo, è soprannominata “bagno pubblico” perché, secondo la vulgata, lei va con tutti: eppure la ragazza sogna, anzi anela e agogna all’amore assoluto, quello di platonica memoria, quello che il suo professore, probabilmente anche il suo primo amante, le aveva spiegato a lezione.
In questa folle, e forse impossibile corsa verso l’assoluto, farà conoscenza, nel modo più improbabile e anti-romantico di tutti di un misterioso uomo, Oikawa, un, all’apparenza, poveraccio, che vive di espedienti. Eppure il loro incontro, nelle tavole del manga, un seinen di stampo erotico come è facilmente intuibile, diviene l’incontro tre due spiriti eletti, corpo e anima si fondono, il mondo si ferma e le vignette respirano e esplodono di sublime bellezza (con quegli sguardi di tre quarti, simbolo dell’amplesso d’amore e dell’acme del piacere che, da soli, valgono il prezzo del biglietto). Inutile dirvi che il sogno d’amore è destinato a infrangersi contro le regole imposte da una società che non concede soste e zone di salvaguardia. Eppure Love, con il suo amore nero e la neve rossa di un certo inverno triste solitario, ci insegna che inseguire l’amore non è sbagliato, anche se per farlo si finisce per perdere tutto. Perfino se stessi.