Nick Abadzis celebra la cagnolina Laika in un fumetto superlativo, pubblicato da Tunué.
La copertina di Laika
I could see the planet as it appeared form space.
Metal Gear Solid 3
Laika di Nick Abadzis, pubblicato da Tunué, è uno di quei fumetti nei confronti dei quali non si può rimanere indifferenti. Se infatti si entra nell’orbita di quest’opera che, tra gli altri, si è aggiudicata l’Eisner Award come Miglior pubblicazione Young Adult nel 2008 e il Premio Micheluzzi come Miglior fumetto estero nel 2009, posso dire con buona certezza che una piccola porzione della vostra visione del mondo cambierà per sempre. Ma andiamo con ordine; in questo libro Abadzis inscena, mescolando dati reali e concretissimi con astrazioni e invenzioni di pura fantasia, la storia di Laika, il primo essere vivente ad essere stato lanciato nello spazio. La storia la sappiamo un po’ tutti, sia per sentito dire sia perché, magari, ci siamo appassionati o l’abbiamo approfondita eppure il fumettista britannico, grazie a una sapienza e a una delicatezza rara, la prende, diciamo così, alla lontana, avvicinandosi piano piano al cuore della vicenda. Se infatti Laika è, naturalmente, focalizzata sul racconto dell’omonima cagnolina, si tratta anche di un fumetto corale, che rende protagonisti tutta una serie di personaggi utili a mettere in scena uno spaccato della vita nell’Unione Sovietica negli anni Cinquanta, come si pensava, come si lavorava e, in un certa qual misura, anche come si amava.
Lo stile di Laika
Alternando pagine di crudo realismo sovietico ad altre più immaginifiche e, diciamo così, sognanti, Nick Abadzis intesse una trama al tempo stesso tragica e leggera, che appassiona passo passo. Siamo partecipi al massimo grado quando seguiamo le vicende della cagnolina “ricciolina”, dalla sua nascita fino a quando sarà inserita, suo malgrado, nel programma dei “cosmocani” sovietici. Vediamo slanci di bontà e eroismo di alcune persone, altri individui che sono spinti da un’ambizione e una fiducia in loro stessi infinita ed altri che sono solo dei grigi personaggi, in alcuni casi sordidi burocrati interessati solo a difendere a propagare lo status quo piuttosto che ad impegnarsi, fattivamente, per le “magnifiche sorti et progressive” come si sarebbe detto una volta.
Le avventure di Laika…
I disegni sono estremamente espressivi e in alcuni momenti muovono davvero alla commozione: la visione dell’autore britannico è sempre, come prima cosa, un occhio empatico e “umano”, attentissimo nel cogliere i caratteri e i sentimenti altrui, anche se i protagonisti di queste attenzioni sono gli animali. Nonostante vi sia una leggera flessioni in uno degli “episodi” che compongono il libro, ovvero quello del “monello di strada”, che mi è parso un po’ troppo stereotipato e forzato in certe soluzioni, Laika è un libro magnifico, proprio per la sua capacità rara, anzi rarissima, di mescolare il dato reale, storico, anzi storiografico proprio con le vicende umane, le reazioni naturali e, magari, pure gli “imbarazzi logici” di donne e uomini che si sentono schiacciati dal peso e dagli ingranaggi della Storia e del Progresso con le lettere maiuscole.
Laika è un libro anche molto filosofico
In Laika, senza mai scendere a nessuna soluzione facile o peggio volta soltanto a strappare una lacrima in più alla lettrice o al lettore, abbonando le riflessioni filosofiche e di natura etica sul concetto di progresso scientifico nel particolare e di progresso umano in generale. Ho semplicemente adorato la parte nell’area di lancio dello Sputnik 2 in Kazakistan, proprio per la costruzione sapientissima e perfetta delle ore precedenti e quelle successive al lancio della “cagnolina dello spazio”. Piangerete, certo, ma con la testa sempre “accesa”: Laika è una storia che non dimenticherete. E le parti oniriche con protagonista la cagnolina volante ricordano, molto da vicino, certe soluzioni felliniane o, ancora meglio, degne de Le notti bianche.