Ad un certo punto di Tu sei il più bel colore del mondo vediamo un personaggio che, di mattino presto, varca il cortile della sua scuola. Ha l’occhio destro bendato e l’espressione vuota, impaurita e con una voglia matta di scomparire sotto terra. Eppure è lì, in mezzo ad altri studenti perché quello è il suo dovere: andare a scuola ogni mattina. Ovviamente, ben presto, qualcuno si accorgerà della bendatura e lo accosterà, praticamente in tempo zero, a Rei Ayanami, l’iconica pilota dell’Eva 00 di Neon Genesis Evangelion.
Questo è solo uno degli esempi del modo di raccontare le storie e della poetica di Golo Zhao, celebre autore di manhua (termine cinese per indicare i fumetti) che ormai in Italia ha raccolto intorno a sé un piccolo/grande culto grazie alla pubblicazione delle sue opere di Bao Publishing. Piccolo inciso: il volume edito da Bao, a questo giro, è veramente fantastico.
Un librone che diventa, immediatamente, un instant-classic, anche solo per la mole e il ruolo baricentrico che prenderà in qualsiasi libreria o mensola che lo ospiterà. Tu sei il più bel colore del mondo, tuttavia, rispetto allo struggente Soul Guide, riesce a donarci una sfaccettature in più dell’autore cinese. Infatti a questo giro Golo Zhao utilizza una tavolozza di colori più virati alla dolcezza.
Abbiamo qui davanti un vero e proprio romanzo di formazione, un Bildungsroman a fumetti in cui anche le cose più piccole e insignificanti, che magari noi adulti nelle nostre più o meno caotiche giornate bolliamo come nonnulla, qui acquistano un’importanza capitale. Come abbiamo visto prima anche solo passeggiare in mezzo a un cortile può rappresentare un grande problema e un insormontabile scoglio per una ragazza o un ragazzo delle medie. E se credete che Golo Zhao stia esagerando vi facciamo una domanda: davvero nessuno di voi, magari da più giovane, è stato colto da un senso d’ansia per il semplice fatto di andare alla lavagna a risolvere una semplice equazione? E non è, chiaramente, un discorso sulla matematica questo, no, tutt’altro, ma sul disagio che, quando si è più giovani (ma anche da adulti alle volte capita) si prova nel fare il minimo gesto che ci metta in contatto con gli altri. Proprio il contatto con gli altri è un altro grande tema del libro.
Nel momento in cui abbiamo letto”Quando a una persona piace qualcuno, alla fine sono affari suoi! Ci si gode quella sensazione di piacere in silenzio e va bene così” non smettevamo di annuire con la testa. Con la levità e dolcezza dei toni, va detto, Golo Zhao affronta qui tematiche importantissima e porta avanti la sua personale filosofia. Una filosofia fatta di sentimenti ora più lievi ora più profondi, sempre e comunque da viversi in libertà, senza dover dipendere dalle costrizioni di una società molto competitiva, come quella cinese.
E allora ecco che, ogni tanto, è cosa buona e giusta rallentare un attimo e godersi la pioggia che batte sui vetri oppure sfidarsi a una partita di volano in un giorno di primavera, smettendo un attimo prima che il tempo si guasti. Tu sei il più bel colore del mondo tratta, in fondo, della nostra irriducibile e più intima essenza, ovvero la nostra umanità che non può essere coltivata e sviluppata se non in continua connessione con gli altri. Stringere legami, gettare ponti, far crescere connessioni: se avete un cuore leggere Tu sei la più bella cosa del mondo di Golo Zhao vuol dire fare entrare la primavera dentro di noi anche se fuori è autunno.
Tu sei il più bel colore del mondo – Golo Zhao
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