L’edizione J-Pop Manga, curata da Dario Moccia, di Initial D di Shuichi Shigeno è immensa.
“Tutto ciò che ritorna dall’oblio ritorna per trovare una voce”.
(Louise Glück)
Quando si finisce di leggere il primo volume, anzi doppio volume, di Initial D di Shuichi Shigeno nell’edizione italiana di J-Pop/Edizioni BD curata da Dario Moccia, non si può a fare sul perché quest’opera abbia generato un vero e proprio culto nel corso degli anni. Già perché definire la storia con protagonista Takumi Fujiwara come un “manga che parla di corse d’auto” è, al tempo stesso, molto giusto e molto sbagliato. Molto giusto perché, in fondo, di questo si parla, di questo si tratta, di questo è permeato il manga di Shigeno che, come ormai è noto, si avvalso della collaborazione e consulenza di piloti professionisti per essere il più aderente possibile dal punto di vista e del linguaggio e della descrizione dei diversi modelli alla realtà delle corse su strada.
Ma, come ho detto prima, è contemporaneamente sbagliato definire Initial D come un manga sulle corse di auto visto che questo è, diciamo così, un semplice fondale sul quale l’autore inscena un racconto umano e corale potentissimo, in cui cose, fatti, situazioni e personaggi si susseguono con grande naturalezza e efficacia, donando al manga una luce che illumina anche la notte più scura. Leggendo infatti il primo volume si è come esortati a fare i conti, non tanto con il protagonista Takumi Fujiwara, non “scatta” il classico meccanismo da racconto manga tradizionale “e se fossi stato in lei/in lui cosa avrei fatto/come mi sarei comportato”, no qui il ragionamento è più profondo perché si snoda dentro di noi, con noi stessi come protagonisti. Shuichi Shigeno ci impone, attraverso un modo di narrare all’apparenza semplice e lineare, sull’interrogarci sulle nostre di vite: è tutto regolare nella nostra esistenza, davvero quello che studio, il mio posto di lavoro, la mia situazione famigliare è quella che volevo? Oppure ancora: cosa potrei fare per migliore la mia vita, o forse negli ultimi tempi trascurato amici e affetti per inseguire qualcosa di vacuo, come posso fare per appassionarmi a qualcosa di nuovo o, magari, per la prima volta nella mia vita?
Ecco che, come le grandi narrazioni che restano nell’immaginario collettivo (e magari “affollano” i dipartimenti universitari), Initial D è un racconto che scava nel profondo innanzi tutto in noi stessi e poi lo fa dentro i propri personaggi: quello che sembrerebbero un testo con un guidatore abile che diventa sempre più abile per portare del tofu nel minor tempo possibile una sorta di epopea dell’umano-troppo-umano.
Quest’edizione, curata nei dettagli dal content creator e esperto del mondo manga e dell’animazione come Dario Moccia, è un’edizione di pregio, da leggere e rileggere, sfogliare e consigliare a amici e parenti. Un manga sicuramente prezioso questo Initial D che pur, ogni tanto, facendo sentire “il peso” del tempo che passa, con qualche situazione fin troppo di “maniera”, è in grado di dare un drift alle nostre vite, potente e grintoso: dopo aver letto questo primo volume avrete preso tanto vento in faccia da esservi scompigliati perfino i vostri cuori.