La copertina de L'estate in cui Hikaru è morto
Il bellissimo primo volume di L’estate in cui Hikaru è morto.
La sensazione che L’estate in cui Hikaru è morto, in libreria e fumetteria a partire dal 28 giugno per J-Pop Manga, potesse rivelarsi una graditissima novità editoriale era abbastanza netta, eppure mai mi sarei aspettato di rimanere tanto “incollato” e conquistato dalle vicende ideate da Ren Mokumoku/Mokumokuren. Infatti questo manga ha un’impostazione molto particolare perché gioca sugli stereotipi dello slice of life ibridato con elementi paranormali-horror tenendo tutto assieme, in una costante tensione che, almeno per il primo volume, è anche di natura erotica. Ricordo che il titolo è stato nominato ai premi Next Manga Award e Manga Taisho e vincitore del Premio Kono Manga Ga Sugoi! 2023.
Già perché Mokumokuren è in grado di evocare al tempo stesso il fascino della scoperta del mondo e degli altri, tipica del periodo adolescenziale, insieme alle somme paure e ai profondi baratri in cui, proprio in quell’età cruciale, ci si può incappare, “bagnandoli” con inquietanti presenze spiritiche. Già perché tutto ruota attorno a Hikaru, un “amico molto speciale” del nostro protagonista che, giustappunto, in circostanze poco chiare finisce per sparire durante una gita in alta montagna, per poi tornare dopo qualche giorno apparentemente incolume e “uguale a se stesso”, in realtà cambiato. E non crediate stia facendo qualche anticipazione o supposizione in merito alla trama. Infatti, cosa che ho adorato, il “mistero” viene svelato sin dalle prime pagine, con una consapevolezza dei protagonisti della vicenda che mi è parsa una scelta molto matura e riuscita. Riuscita, come del resto, è riuscito lo stile fotografico del tratto di Mokumokuren , con un’attenzione per i particolari dei cibi o degli animali che punteggiano il piccolo paesino dove sono ambiente le vicende che è anche uno sfoggio di bravura dal punto di vista disegnativo. Anche i momenti più pazzi e folli, più spiccatamente paranormali-horror diciamo così, sono condotti con grande sapienza da Mokumokuren .
Nonostante qualche lentezza di fondo nella parte central e dei compagni di classe un po’ troppo stereotipati e rigidi nelle scelte, L’estate in cui Hikaru è morto è un manga davvero affascinante, anche per la tensione erotica tra i due amici/forse qualcosa di più che, per tutte le pagine del primo volume, continuano a scoprirsi e conoscerci l’un con l’altro, in quel movimento a “elastico” di, appunto, tensione per allontanarsi e poi improvviso scatti che azzerano le distanze, che ci ricordano anche le nostre di prime relazioni. Molto bello, alle volte un po’ “malato e forte” in certe scelte (e per me è comunque un plus, proprio a livello di scrittura) la novità estiva di J-pop è un’opera da scoprire. Magari con una fetta d’anguria, perché no, a stemperare la calura estiva. Piccola chicca finale: il frinire delle cicale o meglio lo sbattere delle ali delle libellule estive, usato a mo’ di onomatopea in grassetto riportata ai lati delle vignette è un tocco di grandissima classe che rende dal punto di vista sonoro una scritta. Ottima scelta, ottima scelta davvero.
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