Adolescenza Maledetta di Aya Fumino è un libro interessantissimo, che ti avviluppa come un gorgo oscuro. Pieno di fascino.
Leggere Adolescenza Maledetta di Aya Fumino, pubblicato da J-Pop, è un’esperienza che vi consiglio non soltanto perché conoscerete meglio un’artista che dopo essere diventata una delle illustratrici più seguite e riconosciute su Twitter ora esordisce con una raccolta di storie molto interessanti ma anche perché il, come direbbero quelli bravi, combinato disposto di sceneggiatura e disegni vi faranno entrare, “con tutte le scarpe”, in un gorgo oscuro e ricolmo di fascino. Come si evince, piuttosto semplicemente, dal titolo qui si parla di adolescenza ma ho trovato decisamente “maturo”, perdonate il il gioco semantico, l’abilità con cui l’autrice, ricordiamolo sempre esordiente assoluta, riesce a spiazzare in ogni storia, a sovvertire gli schemi acquisiti in ogni sua storia, a dare nel finale quel plot twist che ti lascia con un bel ricordo sulle labbra e il cuore pieno di sgomento. Giusto per farvi comprendere meglio quali siano gli argomenti trattati qui , mi piace citare direttamente il comunicato stampa della casa editrice, che evidenzia bene “la posta in gioco”: “Una liceale è ossessionata dal suo stalker che la idolatra come una dea. Tra una idol e una sua fan all’apparenza agli antipodi inizia un rapporto intrigante ma dall’esito incerto. Il desiderio disperato di far parte di una famiglia induce una ragazza a una scelta stravagante. Sei personaggi giovani, vulnerabili e insoddisfatti, alla ricerca di un equilibrio, con ogni mezzo necessario“.
Se questi sono i temi, considerate che i toni sono, giustappunto, maturi e ben delineati: Aya Fumino non ha assolutamente paura di trattare le situazioni per quel che sono, chiamando le cose con il loro nome e non omettendo nulla alla lettrice o al lettore. Solo per questo motivo Adolescenza maledetta andrebbe letto ma c’è di più. Anche dal punto di vista tecnico, del segno e del tratto, siamo qui davanti a un’opera dal grande valore artistico, con un’illustratrice che traduce il suo modo di essere e interpretare il mondo e la vita nei suoi disegni. Ragazze enigmatica, sole e in preda ad angosce esistenziali, ragazzi rancorosi, pieni di paure e di complessi, oltre che di perversioni e poi la società giapponese degli adulti, talmente marcia e maleodorante dal punto di vista morale che quasi se ne percepisce l’olezzo. Sei protagoniste per sei storie, tutte quante unite dal dolore, dalla solitudine e dall’incertezza per il loro posto nel mondo, come molte e molti, se non tutte e tutti noi. Un manga che, come scrive la stessa autrice nell’interessantissima postfazione, aveva una finalità ben precisa: “Il mio scopo era quello di rappresentare l’attimo in cui l’assoluta certezza crolla“. Possiamo dire postcontemporaneo senza che suoni come un vezzo da poseur ma perché ci crediamo davvero? Nel dubbio, buona (e dolorosa) lettura.