Libri
di Simone Stefanini 14 Ottobre 2020

Oscar Draghi, le edizioni definitive che non possono mancare nella tua biblioteca

Mondadori ha creato edizioni spettacolari e definitive della letteratura di genere: giallo, fantastico, fantascienza, horror, avventura. Abbiamo parlato coi curatori e vi proponiamo quelli assolutamente da avere nella vostra libreria

Sul sito di Mondadori, la definizione degli Oscar Draghi è la seguente: Saghe, romanzi, edizioni illustrate fra horror, fantasy e fantascienza, in formati e materiali esclusivi di grande impatto, per libri di culto da collezionare. Letteratura di genere, diventata classica nel tempo: quello che una volta era cibo per nerd, oggi è del tutto sdoganato anche per i lettori “comuni”, che tra un Dostoevskij e un Capote, scelgono di viaggiare con la fantasia, attraversando mondi che non esistono, per vivere esperienze inusuali e staccarsi per qualche pra dalla pressante realtà.

Gli Oscar Draghi sono libri di grandi dimensioni, con copertina rigida e illustrazioni al loro interno, nonché approfondimenti sull’autore e sui romanzi in questione. Edizioni definitive, curate nei minimi particolari che fanno la gioia dei collezionisti, così come dei semplici lettori occasionali. Ho fatto qualche domanda a Luigi Belmonte (Responsabile editoriale Oscar Mondadori, Classici, Giallo Mondadori e Urania) e Marco Rana (Editor Oscar Vault)

 

Perché creare nuove edizioni di classici della letteratura di genere?

RaM – La letteratura di genere è uno degli ambiti più interessanti, vivaci e innovativi della narrativa contemporanea: se per noi è senza dubbio importante dare uno spazio sistematico alle voci nuove, parte integrante del nostro progetto è anche l’organizzazione di un canone nella scia del quale gli autori proposti si possano accomodare e inscrivere. Nel genere la relazione con il canone è particolarmente intensa, sia da parte degli autori che da parte dei lettori. I maestri vengono citati, omaggiati, venerati, ma anche a volte sovvertiti e metaforicamente uccisi. In ogni caso sono studiati, conosciuti e continuamente vivificati. Noi cerchiamo di dare il nostro contributo in questa direzione.

BeL – Aggiungerei, con certo puntiglio, che il tempo passa anche in Italia, nonostante la granitica indifferenza delle accademie verso le letterature di genere.  Onde per cui, oggi come oggi non è più possibile considerare classici soltanto Shelley, Poe o Doyle perché, oramai, sono diventati classici anche Tolkien, Bradbury, Christie. E, fra non molto, lo saranno perfino Le Guin, Dick, Chandler. Sono tutti autori che hanno superato la prova del tempo, vale a dire che sono acquistati, letti e amati a distanza di numerose decadi dalla loro prima edizione. E dato che un editore, per fortuna, quando si tratta di classici non deve rispondere soltanto agli indirizzi critici ufficiali ma anche alle aspettative dei lettori, ecco perché ci sforziamo di ridifenire e rimodulare continuamente il concetto di classico con nuove edizioni, nuove traduzioni, nuove curatele.

 

L’horror, la fantascienza, il fantastico sono spesso stati definiti generi di serie B rispetto alla letteratura definita alta. Oggi c’è un grande desiderio di eliminare le differenze e trattare i generi alla stessa stregua di tutto il resto.

RaM – Molto francamente a guardarsi in giro questo desiderio non sembra così grande: esplicito o più o meno sotterraneo, ravvisiamo ancora uno strisciante pregiudizio nei confronti del genere, che si vorrebbe intrinsecamente inferiore alla narrativa cosiddetta “letteraria”. La nostra sensazione è che esistono solo autori bravi e autori meno bravi, romanzi belli e romanzi meno belli. Quanto alle patenti di letterarietà, non sembrano molto utili né applicabili: negli ultimi anni ci è capitato di leggere romanzi di speculative fiction che ci parlavano in modo implacabile e sublime del mondo in cui viviamo qui e oggi, spesso con efficacia e potenza artistica maggiori di molti romanzi realistici. D’altro canto, numerosi autori di narrativa realistica contemporanea si rifanno a radici di matrice fantastica, perseguono una poetica che riconosce programmaticamente un debito nei confronti del fantastico e inseriscono congegni narrativi non realistici nelle loro opere di profilo indiscutibilmente letterario (da Colson Whitehead a Carmen Machado, da Ta-Nehisi Coates a Mohsin Hamid fino a Margaret Atwood).

BeL – Marco, giustamente fa riferimento al mondo anglo-americano dove da tempo confini e contorni sono andati sfumando se non dissolvendo. Ma perfino in una nazione come la Francia, sempre compatta nel dimostrarsi impermeabile alle influenze d’oltreoceano, lo iato tra cultura alta e bassa sembra essere passato di moda. Almeno come posa intellettuale.  Ad esempio, quando mi imbatto nelle interviste ai tre massimi scrittori francesi contemporanei vale a dire Houellebecq, Carrère e Lemaitre, tutti e tre ribadiscono spesso di amare e rileggere (rispettivamente ciascuno) Lovecraft, P. K . Dick e gli autori polar. In Italia, invece, mi sembra assai raro incappare in dichiarazioni del genere. Perché? Eppure abbiamo avuto raffinati intellettuali come Fruttero e Lucentini o scrittori come Primo Levi che con i generi si sono confrontati e si sono divertiti.

  

Qual è il target a cui si rivolge Oscar Draghi?

RaM – Non abbiamo mai pensato a un target specifico quando abbiamo progettato la collana né lo facciamo quando lavoriamo ai singoli titoli. Osservando la ricezione a posteriori, sicuramente oggi rileviamo un bell’entusiasmo da parte di un nutrito gruppo di lettori giovani che, a dispetto delle profezie millenaristiche e delle statistiche, sono lettori fortissimi, competenti, appassionati, inclusivi e gioiosi: ed è una grande soddisfazione pubblicare libri per loro. Inoltre, gli Oscar Draghi sono spesso apprezzati anche dagli appassionati hardcore del genere, perché effettivamente, oltre al formato imponente e a una grafica molto distintiva (il cui merito, per gran parte dei titoli più iconici, va al talento dei Malleus Art Rock Lab) garantiscono una cura filologico-redazionale che rappresenta il massimo delle nostre capacità editoriali.

Secondo voi, questa edizione invoglia alla lettura anche chi non ha mai preso un libro in mano?

RaM – Al contrario, credo che molti di coloro che acquistano le nostre edizioni abbiano già confidenza con gli autori e i testi che vi proponiamo: spesso un Drago costituisce l’occasione per mettere in libreria una forma esaustiva e appagante di testi in raccolta (saghe fantasy o fantascientifiche, collezione di romanzi collegati da un fil-rouge, florilegi di racconti). D’altro canto, esistono sicuramente lettori che vengono spinti da questo tipo di proposizione editoriale ad entrare per la prima volta in contatto con un autore o un testo: gli Oscar Draghi sono libri grandi e scomodi da leggere, ma titillano il feticismo bibliofilo di molti, dagli iniziati ai neofiti, e si presentano in una forma rumorosa, colorata, festosa che abbatte alcune barriere ieratiche tipicamente erette dagli editori tra libri e lettori. I Draghi sono ingombranti, in talune circostanze anche contundenti, ma sono anche soffusi di autoironia editoriale, e non si prendono troppo sul serio, pur essendo rigorosi e irreprensibili sul piano dei contenuti. Sono seri, ma non seriosi.

BeL – Da responsabile editoriale, la mia più grande soddisfazione è smentire l’asserzione che da anni viene ripetuta come un mantra secondo cui i giovani non leggono. Passi il successo della narrativa di genere presso i ventenni, ma affiancare a questa nostra offerta classici come il Notre-Dame de Paris di Hugo ottenendo gli stessi risultati di vendita presso lo stesso pubblico, è per noi la smentita più bella di certe convinzioni e convenzioni del mondo editoriale tradizionale.

Quali saranno i prossimi libri della collana? Qualche spoiler?

RaM – Sta per arrivare una sontuosa edizione del ciclo di Fafhrd e il Gray Mouser di Fritz Leiber con illustrazioni in bianco e nero di Mike Mignola. Una vera gioia per i sensi. Avremo anche un volume dedicato alle ragazze irresistibili della narrativa fantastica: Alice, Dorothy e Wendy. Uscirà poi un grande omaggio a Carlos Ruiz Zafon e infine stiamo lavorando su una irrisolta passione giovanile: il cyberpunk.

Ecco le edizioni Oscar Draghi da avere assolutamente:

Obscura, tutti i racconti – Edgar Allan Poe

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Sherlock Holmes, tutti i romanzi e i racconti – Arthur Conan Doyle

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Chtulhu, i racconti del mito – H. P. Lovecraft

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La fondazione, il ciclo completo – Isaac Asimov

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Dracula – Bram Stoker

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Elric, la saga – Michael Moorcock

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Gli strani viaggi di Giulio Verne – Jules Verne

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Guida galattica per autostoppisti, trilogia più che completa in cinque parti – Douglas Adams, Neil Gaiman

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