Heartbreak Hotel di Micol Beltramini con le illustrazioni di Agnese Innocente è fumetto dal grandissimo valore.
Heartbreak Hotel di Micol Beltramini con le illustrazioni di Agnese Innocente, fumetto pubblicato Il Castoro, è a mio modo di vedere un libro bellissimo, un mezzo capolavoro se volessimo dirlo come lo si direbbe di sera, tra gli amici di sempre nel solito bar. Già perché in questa storia solo apparentemente semplice, orchestrata alla perfezione da Beltramini e rintuzzata ad arte dagli splendidi disegni di Innocente (ci si innamora, all’istante, di ogni singolo personaggio che appare), si racconta una grande porzione di quello che vuole dire essere giovani al giorno d’oggi. Infatti attraverso le peregrinazioni di Maya per i diversi piani e stanze dell’Heartbreak Hotel si incontrano diversi tipi di persone che, più o meno, abbiamo incontrato anche noi, nella vita di tutti i giorni, o magari siamo proprio noi stessi: c’è chi ha costruito castelli in aria su quelle illusioni perdute chiamate Instagram, c’è chi non si da pace per avere perso, per sempre, l’amica (o forse qualcosa di più) di una vita e c’è anche chi ha troppi rimpianti per volere (e potere) continuare a vivere.
Come potete leggere, nonostante lo stile, Heartbreak Hotel è tutt’altro che un libro zuccheroso e, come potrebbe dire qualcuno dei suoi protagonisti, dolcino. Tutt’altro. Non fa sconti alla lettrice o al lettore ma, ed è questa una cosa che ho semplicemente adorato perché, almeno a mio avviso, è sintomo di grande maturità da parte delle due autrici, non spinge mai alla lacrima facile, non è un Hacikolike diciamo così. Tutto è ben congeniato per consegnare a chi legge una sensazione di famigliarità, la familiarità di cui parlavo anche prima, da un lato e, dall’altro, anche di eccezionalità della vicenda, anzi delle vicende raccontate. Il fatto poi di legare a quattro “protagonisti” del racconto altrettanti semi di carte, oltre a trovare un sicuro ancoraggio in opere come Card Capture Sakura (bravissime!), permette anche alla lettrice e al lettore di inquadrare immediatamente le ragazze e i ragazzi della storia, colti giustappunto in un percorso di “agnizione di sé e degli altri” strutturato in modo egregio.
Tanto Beltramini è precisa nel dare ritmo alla storia quanto Innocente è magica nel dare sostanza a essa: l’estetica diventa funzionale alla narrazione così come gli scambi di battute si adattano, perfettamente, anche alla fisicità dei personaggi (vero Martino?). Insomma Heartbreak Hotel, lo dico e lo ripeto, è un capolavoro, non ho paura a sostenerlo, un ottimo esempio del livello che ha raggiunto un certo modo di fare fumetti oggi in Italia, libero da generi, convenzioni sociali e, soprattutto, pubblici di riferimento. Penso che il primo a cui consiglierà questo libro sarà mio padre. Un po’ per l’ovvia lontananza generazionale rispetto a questo punto e un po’ perché non ho paura. Questa storia “regge” nei confronti di chiunque e non vedo l’ora di osservare il suo sguardo quando incrocerà quella vignetta. Sì, esatto, mi sto riferendo al “brucomela versione elefante indiano”.