Ammettiamolo, conosciamo troppo poco della letteratura degli altri continenti. Se c’è chi ne sa qualcosa di haiku giapponesi e di fiabe africane, le opere di molti altri Paesi sono finite, purtroppo, nel dimenticatoio o non sono mai diventate famose. Ciò è ancor più vero se parliamo della letteratura di quei popoli che ormai non esistono più o sono stati sopraffatti e invasi e hanno avuto così difficoltà a tramandare le proprie tradizioni. Quanti di noi, ad esempio, sanno che esiste la letteratura azteca?
Ciò che sappiamo degli aztechi
Le civiltà precolombiane sono un mistero per molti di noi. Ne conosciamo i nomi, sappiamo che i popoli principali erano maya, aztechi e inca, ma poi facciamo fatica a distinguere gli uni dagli altri. Le poche cose che sappiamo, inoltre, sono informazioni spesso esagerate o che si concentrano principalmente su quegli aspetti “estremi” di queste società. Si parla quindi dei sacrifici umani, delle conoscenze astrologiche che, secondo alcuni, sono arrivate a predire la fine del mondo, ma il resto di queste culture è spesso ancora avvolto nel mistero e nell’ignoranza. Allo stesso tempo, però, i media sembrano essere estremamente affascinati dalle culture precolombiane e negli anni hanno continuato a produrre opere di finzione liberamente ispirate a questi popoli o ambientate nell’America Centrale prima e dopo l’arrivo degli spagnoli. Se tra queste culture quella maya è forse la più celebre, anche agli aztechi sono stati dedicati diversi film, giochi e libri. Questa cultura è infatti entrata direttamente in contatto con gli occidentali e quindi sono diverse le informazioni su di essa, filtrate ovviamente dal punto di vista degli invasori un tempo e degli studiosi oggi, che sono arrivate fin da noi.Il fascino esotico e misterioso degli aztechi però continua a essere l’elemento cardine delle opere dedicate a questo popolo, che, come nel caso ad esempio del film Indiana Jones e il regno del tempio di cristallo, pellicola del 2008 distribuita da Paramount Pictures, diventando però dei veri e propri fantasy con pochi appigli alla realtà. Tra gli elementi della cultura azteca che sembrano attrarre di più i media spicca sicuramente l’architettura tipica, che, facilmente riconoscibile, viene usata ad esempio nella copertina di slot machine come Almighty Aztec del casinò online Betway Casinò, gioco in cui ha il ruolo da protagonista è assunto dal celebre dio azteco Quetzalcoatl, figura che ha ispirato molte altre opere di finzione come il libro Il serpente piumato di D. H. Lawrence edito da Newton Compton. La cultura azteca, in unione con elementi maya, è stata inoltre usata spesso come ispirazione in quelle opere che parlano della mitica El Dorado come nel caso del film animato Dreamworks del 2000 La strada per El Dorado o il colossal di Werner Herzog Aguirre, furore di Dio. Se in tutte queste opere appaiono elementi della cultura azteca è estremamente raro sentir parlare della letteratura azteca.
La letteratura azteca
Come ogni popolo, anche gli aztechi avevano bisogno di fare arte per tramandare storie, elaborare il proprio vissuto e stringere i legami sociali. Ogni cultura sembra però scegliere quale forma d’arte prediligere e gli aztechi sembravano amare particolarmente il teatro e, più di tutto, la poesia. Sebbene sia improprio suddividere la produzione letteraria azteca secondo i canoni occidentali, è possibile individuare sia prosa che poesia nella letteratura azteca, con una chiara preferenza verso la seconda. La poesia sembra infatti essere uno strumento di espressione libera per gli aztechi e veniva esercitata anche dai guerrieri permettendo loro di mostrare un lato più riflessivo e intimista. La produzione poetica si suddivideva in diversi generi come lo xochicuicatl, cioè la poesia dedicata ai fiori, termine che viene usato per indicare la poesia stessa, il cui significato letterale è infatti “il fiore e la musica”, i miti legati alla creazione o i componimenti dedicati alla guerra, detti yaocuicatl, usati come canzoni per spronare i guerrieri. Nella cultura azteca esistevano inoltre anche i poeti celebri per il loro talento e fra questi uno dei più famosi è il re Nezahualcóyotl, di cui ci sono arrivati circa trenta poesie che trattano tematiche profondamente esistenzialiste.La scrittura azteca era composta sia da segni che da disegni e la narrazione scritta era sviluppata in un modo che oggi ricorderebbe quella di un libro illustrato, come ne è esempio il Codice Borgia, manoscritto rituale oggi in possesso della Biblioteca Vaticana. Alcune delle opere letterarie azteche vennero però trascritte in alfabeto latino e lingua spagnola grazie al contatto con gli europei e fin dal XVI sono stati prodotti volumi di raccolta di poesie e canti come il Romances de los señores de Nueva España, acquistabile ancora oggi tradotto in inglese su IBS. Le poesie azteche sono arrivate infine anche da noi: i lettori italiani possono infatti leggere i componimenti aztechi grazie al libro Canti aztechi a cura di Umberto Liberatore, edito da Guanda e disponibile usato su diverse piattaforme come Ebay.
Se fin da piccoli conosciamo le opere letterarie europee come l’Odissea o la Divina Commedia, pochi si immaginano che anche popoli così lontani da noi come gli aztechi possano vantare una lunga tradizione poetica. I più curiosi possono però scoprire i temi trattati da questo popolo, scoprendo che alla fine non era così diverso da noi.