Debitore nei confronti di Attack on Titan, Gigantis punta ancora di più sul body-horror.
Francamente faccio fatica a una manga, diciamo così mainstream, così tanto caratterizzato dal body-horror quanto Gigantis, la novità di casa Star Comics. Il fumetto, senza ombra di dubbio debitore di un certo qual immaginario ei confronto di Attack on Titan, rispetto a Fungus and Iron, un altro “AttackOnTitanLike”, punta maggiormente sulla fisicità e sentimento di horror, piuttosto che sull’intrigo politico come per F&I. Gigantis infatti racconta la storia di una misteriosa peste alinea che dal Pakistan inizia a diffondersi in tutto il mondo e che provoca effetti abbastanza particolari, per usare un eufemismo: non solo rende le creature che vi entrano in contatto decisamente più ostili e sanguinarie, oltre che aggressive ma dà loro la capacità di fondersi con gli altri esseri viventi, piante, animali o, anche, persone per creare un nuovo organismo vivente. Questa specie di folle evoluzione di massa arriva anche in Giappone, segnatamente sull’Isola di Tsushins. Questo fatto permette alle autorità giapponesi, dopo un inutile tentativo di “riconquista”, di abbandonare l’isola, “chiudendola” al resto del mondo e del Giappone, scelta che permetterà al Paese di vivere una vita tutto sommato tranquilla. Almeno al momento.
Il nostro protagonista, per sua sfortuna, invece è proprio un abitante dell’isola, un pescatore, che devono aver assistito ad un lutto in famiglia entra in contatto, diciamo così, con questa entità misteriosa. Seppure permanga, come è giusto che sia il segreto intorno a questo virus “astrale”, il manga si contraddistingue per una scrittura semplice ma efficace, così come efficace è il disegno, nulla di trascendentale intendiamoci, ma che è in grado bene, anzi benissimo, di farci proprio capire la colle “biologia” di queste creature combinanti. Molto bella, poi, la scena iniziale, che mutua appunto la classica scena del contagio della peste nera in Europa con la differenza che ben presto il simpatico ratto diventerà una creatura dell’incubo. Insomma un ottimo primo volume, in cui si sente, chiaro, l’influenza di altre opere ma che so fa leggere con levità e trasmette una fortissima curiosità per le vicende future. Anche perché il titolo Gigantis allude a un certo progetto della razza umana e quindi chi vivrà.. leggerà!