Chi non ha mai sofferto almeno una volta di ansia e di depressione, al giorno d’oggi può considerarsi davvero fortunato. Purtroppo entrambi sono disturbi psicologici e molte persone che ci circondano semplicemente non ci credono, non vogliono accettarli, non ci provano nemmeno.
Nick Seluck (il disegnatore del webcomic “Awkward Yeti”) ha illustrato una storia scritta da Sarah Flanigan, una sua lettrice che soffre di questi disturbi.
La storia, molto semplice ed efficace, parla di quando ansia e depressione dopo un tot di tempo diventano croniche e sembra che non ci sia alcun modo per uscire dalla loro spirale, mentre i nostri familiari o gli affetti minimizzano la questione. Parla di riprendere la propria vita in mano e di fortificarsi nei momenti di tregua, di non arrendersi mai alla loro morsa.
Più che altro, parla di parlarne, di non tenere tutto per sé, di spiegare al mondo cosa si prova.
L’abbiamo adattato per voi:
FONTE | boredpanda.com
Soffro di ansia e di depressione
e persino coi medicinali, ho di quei giorni in cui devo forzarmi per uscire dal letto,
e non posso fare appello sull’energia e sulla motivazione per fare niente.
Poi mia mamma dice roba tipo:
“Cos’è successo? Eri così felice e piena d’energia ieri, hai fatto un sacco di cose…”
(mi fa rabbrividire pensare a lei che mi parla così)
Quindi le ho parlato:
Depressione e ansia giocano nella stessa squadra e io sono la squadra avversaria.
Il loro unico obiettivo è di buttarmi giù.
Mi fanno diventare paranoica.
(La butto lì ma sono praticamente sicuro che i tuoi amici ti parlino dietro le spalle)
Mi fanno sentire inutile.
(Va bene dai, probabilmente si divertirebbero di più senza di te in ogni caso)
Mi rubano tutta l’energia e tutta la motivazione.
(Sono in paranoia, amico, e se poi lei lo dice a qualcuno?)
(Non to preoccupare, le ho rubato anche la motivazione.)
Tuttavia, qualche volta vanno in vacanza.
(Ne abbiamo rubate abbastanza? Quanto ci vuole per arrivare là?)
Io non so mai quanto duri la loro vacanza, comunque durante quel periodo riesco a…
…fare…
…le mie cose.
(REALIZZAZIONE)
Perché non so mai quando torneranno.
(Chi se ne importa? Niente conta davvero.)
Potrebbero essere poche ore come pochi giorni.
Non lo saprò mai.
(Dai, torniamo.)
Ma so che devo essere preparata per affrontare di nuovo la battaglia quando decideranno di tornare dalle vacanze.
(SPLASH.)