LIBRI FIGHI scritto così, in capslock, è una rubrica che esce ogni giovedì su Dailybest, ma magari più spesso, chissà. Cosa ci mettiamo in questa rubrica? Lo dice il nome, si spiega da sola.
Non solo nuove uscite però, anche classici o meraviglie sconosciute. Hai un LIBRO FIGO che ti piace tanto, che è importante, che pensi dovremmo leggere tutti e vuoi spiegarci perché? Che bello: sono 2500 caratteri spazi inclusi.
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Tanto tempo fa, era il 2010, Eugenio Alberti Schatz curò una mostra su un artista che dovreste conoscere – non lo conoscete? Cosa vi state perdendo! – Mario Pischedda: si intitolava Dissipatio M.P. ed Eugenio per presentare le immagini di Mario prendeva a prestito il titolo di un grande libro di fantascienza post apocalittica degli anni settanta, scritto da Guido Morselli, ovvero Dissipatio H.G., dove H.G. sta per Humani Generis, “l’evaporazione del genere umano“.
Sinossi? In fondo, un topos della fantascienza: cosa succede quando un uomo rimane solo sulla Terra e all’improvviso tutti gli altri esseri umani scompaiono.
È un libro che però va letto conoscendo la biografia dell’autore. Nato a Bologna il 15 agosto 1912, morto suicida – prima che il libro venisse pubblicato – nell’estate del 1973 “nella notte tra il 31 luglio e il 1° agosto. Prima di morire con un colpo di pistola alla tempia, pare che abbia scritto alla Questura di Varese: “Non ho rancori”” come ricorda il sito del premio a lui intitolato.
Morselli sceglieva di chiudere così il sipario sulla sua vita, distrutto – tra le altre cose – da una vita di rifiuti editoriali a causa dei quali aveva visto pubblicata una minima parte della sua produzione, riconosciuta come straordinaria, unica, solo anni dopo. Dissipatio H.G. è l’ultima opera di Morselli prima della morte, ed è – anche – una confessione, come si legge nella sinossi sul sito di Adelphi, che pubblicò il libro nel 1977, a quattro anni dalla morte del suo autore.
In Dissipatio H.G. Morselli “maestro del mimetismo, ha scelto di porsi direttamente sulla scena. E lo ha fatto in modo così illuminante ed emblematico da far pensare a una confessione che valga da consapevole gesto di congedo. Il protagonista di Dissipatio H.G., uomo lucidissimo, ironico, ipocondriaco, e soprattutto ‘fobantropo’, attirato da un feroce solipsismo, decide di annegarsi in uno strano laghetto in fondo a una caverna, in montagna. Ma all’ultimo momento cambia idea e torna indietro. Il genere umano, proprio in quel breve intervallo, è scomparso, volatilizzato”.
A quel punto, che fare? Forse leggere il paragrafo qui sotto.
“Tutto è inutile. Ho lavorato senza mai un risultato; ho oziato, la mia vita si è svolta nell’identica maniera. Ho pregato: non ho ottenuto nulla. Ho bestemmiato: non ho ottenuto nulla. Tutto è egualmente inutile” scriveva Morselli nel 1959, come ricordava Lorenzo Camerini di Finzioni su Linkiesta.
Perché l’ambiente editoriale rifiutò Morselli se da tempo è stato riscoperto e il suo “genio segreto” è amatissimo, in una nicchia, ma amatissimo? “Se Morselli pagò uno scotto ideologico-letterario fu (…) di non essere uno scrittore etichettabile, tantomeno politicamente, di essere libero, di non appartenere a nessuna parrocchia” scriveva Luigi Mascheroni su Il Giornale, a proposito di un altro libro di Morselli da scoprire o riscoprire, Il Comunista.